Berlino: difficile il varo del governo Giamaica. Dopo due mesi Merkel non trova la quadra

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La giornata di ieri è terminata senza un chiarimento e in serata a Berlino non era affatto chiaro se il d-day, oggi 17 novembre, porterà effettivamente alla fine un risultato, sull’opzione di un governo giamaica, di un’alleanza cioè tra Cdu-Csu, Liberali, Verdi. C’è anche chi opta per il rinvio della scadenza, fissata oggi da Angela Merkel: un altro paio di giorni potrebbero essere utili ha affermato nel pomeriggio Wolfgang Kubicki, il numero due dei liberali, allo Spiegel.
Del resto si tratta di un passaggio delicato, dai colloqui esplorativi alle consultazioni vere e proprie fra potenziali partner, che sono molto, troppo diversi. Ed è stato lo stesso Kubicki ad aver messo in guardia: un uragano sta passando sulla giamaica. Nel corso delle trattative di questo ultimo round, sono trapelati i primi accordi: il governo formato da Unione (Cdu-Csu), liberali e verdi abolirebbe il cosiddetto Soli, la tassa di solidarietà che si è pagata per agevolare l’allineamento dei Laender dell’est a partire dalla Riunificazione. Ci sarebbe un accordo sui bonus per i bambini “kindergeld”. Ed uno, di maggior peso, sul carbone. Le distanze restano invece su migranti e trasporti. E a urtare sono in particolare le posizioni della Csu bavarese, in crisi dalla forte perdita di consensi registrata il 24 settembre alle urne, e i Verdi, che insistono sulla necessità di fare passi concreti per la tutela del clima, e dissentono dalla linea dura del partito di Horst Seehofer sulle politiche per i profughi.
Il risultato dipenderà da quanto queste due anime del cosiddetto semaforo nero saranno disposte a venirsi incontro nelle prossime ore. La partita, al netto del teatrino tipico delle trattative, è davvero delicata, dal momento che per gli alleati della Merkel le sorti della Baviera sono più care di quelle del Bund. E a Monaco in gioco ci sono le sorti dello stesso Seehofer, di cui ormai troppi chiedono le dimissioni dalla guida dei cristiano sociali.
Io penso che si si possa riuscire, ha detto Angela Merkel entrando ai lavori. Anche se la stessa cancelliera ha sottolineato che i partiti sono ancora distanti, con posizioni molto molto diverse su alcuni temi. Ma un successo delle trattative in questa fase sarebbe qualcosa di molto importante per il paese, in un tempo in cui sorge una forte polarizzazione. Dobbiamo concentrarci sulla soluzione dei problemi, ha affermato Christian Lindner (Fdp), noi abbiamo dato il nostro contributo. I verdi Katrin Goering-Eckardt e Cem Oezdemir hanno invece chiesto di passare dalle parole ai fatti: se diciamo di voler proteggere il clima, bisogna fare passi concreti.
In un documento di 61 pagine, che circola nella capitale, ancora zeppo di aggiunte a penna, si legge, nel preambolo, citato dalla Dpa: Ci unisce la responsabilità per la gente e il futuro del nostro Paese. Nessuno vuole andare di nuovo alle urne, che stando ai sondaggi confermerebbero la situazione, rafforzando i populisti. Ma se il tavolo dovesse davvero saltare? Negli scenari della Bild compare per la prima volta anche lo scenario di un governo di minoranza. Oppure una “giamaica light”, che rinunci a risolvere tutti i problemi ora, per riaffrontarli in sede di consultazioni.

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