Inps: la politica pensa alla riforma della governance e a sostituire Tito Boeri

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La riforma della governance dell’Inps ha subito un’improvvisa accelerata e potrebbe andare in vigore addirittura dopo la legge di bilancio. I maligni mormorano che è un modo elegante per cambiare l’attuale presidente dell’ente di previdenza, Tito Boeri, inviso non solo ai pensionati, ma anche a una parte della politica che mal sopporta le sue invasioni di campo ed è scontenta dei risultati catastrofici della gestione del bocconiano presidente.

L’occasione l’offrirebbe la scadenza della consiliatura dell’attuale Civ, il Consiglio d’Indirizzo e Vigilanza che ha terminato il suo mandato. Molti auspicano come cosa opportuna che per il nuovo giro si partisse dopo un’attenta revisione dei meccanismi di funzionamento della macchina che eroga gran parte del welfare italiano, quello previdenziale ed assistenziale, praticamente tutto.
Un intervento da tempo promesso dal Governo Letta all’indomani delle dimissioni di Antonio Mastrapasqua, per cui sembra giunto finalmente il momento della riforma degli assetti di governo degli enti di previdenza ed assicurativi, in primis l’Inps e l’Inail.
Riforma sollecitata già dai tempi della soppressione dell’Inpdap; nel 2012 c’era stato anche un “avviso comune” in materia fra Cgil Cisl Uil e Confindustria. Tutti avevano applaudito, ma non se ne era fatto mai niente, anche perché da parte governativa si temeva di perdere la presa sull’Istituto a favore dei sindacati che erano usciti dai Consigli d’Amministrazione all’epoca di tangentopoli optando per il sistema duale.

Ora la cosa sembra più concreta perché l’attuale sistema ha ampiamente mostrato tutti i suoi limiti tanto da far parte della fase due nel confronto governo sindacati sulla riforma complessiva delle pensioni. Non è scontato che tutto ciò avvenga rapidamente ma è già un bene che se ne parli, E che si avvii finalmente la separazione fra previdenza e assistenza, fonte prima della confusione nei conti Inps.
L’esperienza realizzata in questi anni nel governo degli Enti previdenziali pubblici ha evidenziato la necessità di un intervento normativo pur confermando il modello duale. Il modello duale prevede un organo di indirizzo e controllo ed un organo di gestione. Detta in questo modo sembra facile ma non è così. Di fatto l’ente è governato dal presidente-padrone che formula gli indirizzi, li gestisce e se li controlla. Non dimentichiamo che i flussi finanziari dell’Inps ammontano a qualcosa come 800 miliardi di euro.
Secondo molti la governance si dovrebbe articolare in maniera diversa con un effettivo bilanciamento dei poteri, ripristinando subito il consiglio d’Amministrazione, primo passo per evitare un uomo solo al comando. Il CdA dovrebbe durare in carica 4 anni e i suoi componenti confermati una sola volta. Esso potrebbe essere composto da 3 a 5:membri ed eleggere al suo interno il Presidente.

L’intenzione della politica d’intervenire rapidamente su questo delicato tema è stato confermato dalla parlamentare del pd Patrizia Maestri che ha aggiornato i suoi contatti sulla sua pagina facebook in merito al lavoro che sta svolgendo: «contenuti della proposta di legge sulla Riforma di Governance dell Inps. Si tratta di passare da un sistema monocratico (tutti i poteri nelle mani del Presidente) ad un sistema duale che prevede il ripristino del Cda . Sembra complicato ma in sostanza si crea una netta separazione dei poteri tra attività di gestione e attività di indirizzo strategico e di controllo . Tutto questo ha grande importanza ai fini del nostro sistema di welfare e della trasparenza del più grande ente pubblico dopo lo Stato»

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