Banche salvate: il Governo consulta la UE per i risarcimenti ai risparmiatori truffati. Ma il provvedimento ritarda

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ROMA – Niente arbitrato, e ristoro (pieno) a una platea molto ampia, che abbracci almeno tutti i risparmiatori retail che non si sono avvalsi di intermediari. Cambia tutto per gli indennizzi ai correntisti delle 4 banche che hanno visto azzerati i loro risparmi investiti in obbligazioni subordinate con il salvataggio delle vecchie Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti, che potrebbero vedere arrivare, per decreto legge ma sempre attraverso il Fondo interbancario, tra i 250 e i 280 milioni di euro.

Già al Consiglio dei ministri di domani potrebbe essere fatto un primo giro di tavolo per illustrare le novità anche se il provvedimento – necessariamente un nuovo decreto legge perché vanno corrette le disposizioni della legge di Stabilità – potrebbe essere varato in un secondo momento, dopo il definitivo ok europeo.

L’attendismo di questi mesi è servito, infatti, a riaprire il dossier con la Ue, che a fine anno aveva dato il via libera al solo intervento ‘umanitario’, e fino a 100 milioni di euro, per dare una qualche forma di rimborso agli oltre 10mila obbligazionisti dei 4 istituti. E proprio da Bruxelles si attende ora la luce verde per rendere quell’intervento più corposo, con il placet delle banche, pronte a mettere più risorse per chiudere la partita riducendo il più possibile i danni – reputazionali e di sfiducia nel sistema – causati dalla prima risoluzione di una crisi nell’era del bail in.

La nuova soluzione non arriva, comunque, inaspettata. Da settimane era salito il pressing per aumentare il fondo, sia da parte delle opposizioni sia all’interno della stessa maggioranza, Scelta Civica in testa. E giusto pochi giorni fa Matteo Renzi, parlando a Bruxelles, aveva assicurato che il governo tutto stava lavorando pancia a terra per avere una soluzione compatibile con le regole Ue e che desse tranquillità e certezza ai correntisti e garanzie agli istituti di credito. Ecco allora che, registrate le prime aperture di Bruxelles, l’esecutivo ha preparato un nuovo provvedimento che sancirà l’aumento del fondo, rendendo di fatto superfluo il meccanismo gli arbitrati, che avrebbe consentito di valutare gli indennizzi ‘caso per caso’. Non si tratterà, comunque, di rimborsare tutto a tutti, decisione che si scontrerebbe appunto con le regole Ue.

Il fondo di solidarietà dovrebbe infatti salire al massimo fino a 300 milioni, ma è più probabile che ci si attesti tra i 250 e i 280 milioni, escludendo dai rimborsi gli investitori che avevano affidato il loro portafoglio ad intermediari e che non erano correntisti delle 4 banche.

Possibile anche che si preveda che ad alimentare il fondo vadano le eventuali plusvalenze dalla vendita delle sofferenze degli istituti (tutte trasferite alla Rev, la bad bank delle 4 vecchie banche). Plusvalenze che però è difficile prevedere ci siano e che in ogni caso vanno prima girate, così come i proventi della vendita delle good bank, al fondo di risoluzione. La valutazione delle sofferenze (al 17,6% del nominale) è stata fatta dalla Banca d’Italia di concerto con la Ue tenendo conto del valore di mercato come si legge nella memoria difensiva di Via Nazionale al Tar. Il valore dei prestiti girati alla Rev potrebbe però essere superiore a quello effettivo di cessione aveva comunque già avvisato la Ue al momento della risoluzione a novembre vista la difficile situazione del mercato degli Npl in Italia.

Intanto Adusbef e Federconsumatori plaudono al sussulto di responsabilità da parte del Governo e lo stesso Movimento 5 Stelle, pur alludendo a una manovra in salsa elettorale e aspettando di vedere il provvedimento nero su bianco, si aspettando di vedere il provvedimento nero su bianco, si compiace dei primi frutti della pressione politica, mediatica e sociale portata avanti per mesi assieme ai piccoli investitori truffati.

 

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