Monte Paschi: slitta la data per l’adesione all’offerta di azioni. Manca il decreto del Mef

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Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. comunica che – non essendo ancora intervenuta l’emanazione del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze relativo all’acquisto da parte dello stesso Ministero delle azioni oggetto di offerta – il periodo di adesione all’offerta non potrà prendere avvio nella giornata di oggi (lunedì 30 ottobre 2017). Il nuovo calendario dell’offerta sarà reso noto non appena emanato il suddetto decreto. E’ quanto si legge in una nota di Mps.

Il provvedimento dovrebbe arrivare a metà settimana per permettere all’operazione di partire. I tempi, spiegano da via XX settembre, dipendono dal flusso delle informazioni che arrivano progressivamente dalla banca. Una volta emanato il decreto non ci dovrebbero essere nuovi problemi autorizzativi. Nel frattempo il Tesoro rimarrà comunque il primo socio dell’istituto senese tornato in Borsa dopo 10 mesi di congelamento. La partecipazione è pari al 52,2% che, solo una volta che si concluderà l’offerta, dovrebbe salire attorno al 70%. Una quota di assoluta maggioranza frutto della ricapitalizzazione da 8,3 miliardi e che resterà tale fin quando verrà avviato il processo di privatizzazione, c’è chi dice almeno due anni. Quota che per il momento esprime una forte minusvalenza (o perdita potenziale) per le casse pubbliche di circa 1 miliardo di euro cui si aggiungeranno altri 700 milioni una volta chiusa l”offerta sugli ex subordinati.
L’offerta agli ex obbligazionisti, ora slittata, nasce con l’obiettivo di ristorare questa classe di risparmiatori colpiti dal burden sharing (condivisione dei rischi) imposta dalle norme sul bail in caso di intervento pubblico. Il meccanismo prevede che i bond vengano appunto convertiti in azioni sulle quali il Tesoro lanci una Offerta Pubblica Volontaria Parziale di
Scambio e Transazione al prezzo di 8,65 euro (stabilito da una perizia) per azione contro i 4,736 espressi in Borsa alla chiusura di venerdì e i 6,49 euro già spesi dal Tesoro per acquisire il 52,2%. E’ la differenza fra questi valori e quelli al momento indicati dal mercato di Piazza Affari a determinare la perdita potenziale a carico dello Stato. Una situazione che
potrebbe cambiare o comunque ridursi a patto che il Monte intraprenda una strada di risanamento e redditività e migliori ancor più il panorama italiano. Certo le azioni dei titoli
bancari hanno recuperato molto negli ultimi mesi e gli stessi titoli del Monte, in tre sedute dal suo ritorno a Piazza Affari, sono saliti del 4% da 4,55 a 4,736 euro, smentendo chi prevedeva una vendita massiccia e incontrollata.

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