Rosatellum 2: anche al Senato il governo porrà la fiducia

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Sarà difficile, forse impossibile. Ma il governo proverà fino all’ultimo a evitare di porre anche al Senato la fiducia sulla legge elettorale. Per svelenire il clima, certo. Ma anche perché rischierebbe di essere la prima volta che al Senato Mdp vota contro la fiducia al governo, con la certificazione dell’uscita dalla maggioranza e le relative implicazioni politiche. Una valutazione verrà fatta lunedì, quando sarà pronto il faldone degli emendamenti al Rosatellum.
Ma a rendere improbabile evitare la fiducia, c’è il dato che già ora gli uffici contano almeno quattro proposte a rischio di voto segreto. E poiché si punta ad approvare la legge giovedì, i voti segreti sono un rischio che il Pd non può e non vuole assumere.
Palazzo Madama promette di trasformarsi in una trincea, la prossima settimana. Mercoledì 25, i Cinque stelle scenderanno in piazza con una benda sugli occhi per denunciare che con il Rosatellum gli elettori voteranno alla cieca: Faremo di tutto per fermare questa legge che è contro gli italiani, tuona Luigi Di Maio, di fronte a un sistema di voto che con le coalizioni e i collegi penalizza il M5s. Ma sul piano politico a preoccupare i Dem è soprattutto l’annunciato intervento di Giorgio Napolitano per criticare la legge e stigmatizzare la fiducia.
Ma il dado è tratto: l’obiettivo è varare la legge elettorale sostenuta da Pd, Ap, Fi e Lega questa settimana. Senza modifiche che potrebbero riportarla alla Camera, con il rischio di far saltare tutto. Tanto che anche il capogruppo di FI Paolo Romani definisce la probabile fiducia al Senato un voto tecnico necessario. Il governo in realtà vorrebbe evitare di porla. Lo consentirebbe il fatto che il numero degli emendamenti – poco più di 250 – è limitato (Questa volta Calderoli è con noi, sorride un Dem). Ma tra quegli emendamenti ce ne sono di sicuro almeno quattro che riguardano le minoranza linguistiche e quindi, secondo il regolamento del Senato, consentono il voto segreto. Tra i nostri emendamenti, che sono in tutto meno di 30 – spiega da Mdp Federico Fornaro – ce ne sono almeno due sulle minoranze. Non vogliamo mettere trappole ma correggere la legge: Gentiloni ci consenta di votare le proposte, senza fiducia.
Lunedì governo e Pd faranno il punto su emendamenti e numeri in Aula. E decideranno se e quante fiducie porre: di sicuro non saranno cinque (una per ogni articolo del testo) ma si punta a porne al massimo una o due. Di sicuro, Mdp voterà contro. O uscirà dall’Aula, per provare a far mancare il numero legale. Ma sul numero legale i Dem sono tranquilli: se nel Pd ci fossero assenze, potrebbero compensarle i verdiniani di Ala.

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