Intervista a Stefano Ciuoffo Assessore Regionale allo Sviluppo Economico.

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Stefano Ciuoffo

 ‘Stiamo lavorando per consolidare la ripresa in atto. Sosterremo la domanda di credito per le PMI e lo sviluppo dei Centri Commerciali Naturali 2.0’ 

Abbiamo alle spalle sette anni di pesante crisi. Nel 2015 la Toscana, sembra aver reagito meglio di altre regioni italiane. Sono 39.000 i nuovi occupati (+2,5%). Prevalentemente nel settore dei servizi, commercio e Turismo. Dal suo osservatorio vogliamo fare il punto….

Il 2015 per la Toscana si può giudicare positivo nel suo complesso, proprio i dati diffusi da Istat il 10 marzo ci dicono che diminuiscono i disoccupati e l’export ha avuto un aumento del 3,2% passando dai 32.020 milioni del 2014 ai 33.057 nel 2015. Ci sono segnali dai quali si denotano quindi inversioni di tendenza e nella nostra regione stiamo lavorando molto per far ripartire settori come i servizi, commercio e turismo. La Toscana, a leggere questi dati, va meglio della media nazionale ma questo non deve certo accontentarci: dobbiamo mettere a frutto il lavoro impostato fino adesso, come ad esempio quello sui fondi europei. Come ha scritto il Sole24Ore la Toscana è la regione italiana che meglio ha saputo cogliere queste opportunità: siamo riusciti a realizzare una quantità di progetti superiori all’entità dei fondi disponibili creando un effetto leva delle risorse pubbliche rispetto alle risorse private di cofinanziamento dei progetti. Dobbiamo continuare su questa strada.

Quali sono le sue previsioni per l’anno in corso. Siamo effettivamente usciti dal tunnel? Poi ci sono alcuni territori che stanno reagendo con più difficoltà e per questo per aree come Piombino, Livorno, Massa Carrara la Regione Toscana sta attivando politiche per sostenere queste zone che stanno soffrendo di più la crisi. 

Buoni segnali ci sono ma di uscita dal tunnel aspettiamo qualche mese a parlarne, intanto continuiamo a lavorare impegnandoci su più fronti, primo fra tutti quello dell’attrazione degli investimenti, cercando di creare in Toscana le condizioni per venire a lavorare, anche in settori innovativi e del manifatturiero. Centri di ricerca e distretti tecnologici che abbiamo sul territorio sono elemento da sfruttare.

Le imprese in generale, ma in particolare quelle meno strutturate come le PMI, denunciano su questo piano difficoltà a reperire credito per accompagnare la ripresa…Ora, grazie alle risorse disponibili del nuovo POR Fesr 2014-2020, questi strumenti potranno essere di nuovo attivati, anche se con modalità diverse dal passato: se – da un lato – la Regione sospenderà l’intervento con fondi di garanzia, d’altro canto sarà molto potenziato l’intervento di microcredito a tasso zero e sarà riaperto (anche se con criteri più selettivi) il fondo per prestiti. Per gli investimenti più consistenti, invece, i fondi per prestiti dovranno necessariamente essere più selettivi, poiché questo genere di agevolazioni dovrà concentrarsi sulle priorità tecnologiche in grado di sostenere la ripresa e di fare da volano per lo sviluppo di altre PMI meno strutturate. 

Infine, la sospensione dello strumento della garanzia, dopo molti anni di massiccio finanziamento regionale, ha la sua ragione nell’osservazione delle mutate caratteristiche di una serie di fattori tecnici (per lo più imputabili alle regole di Basilea 2) che hanno indebolito l’efficacia di questo strumento regionale di intervento. Prendere atto di questo diverso contesto significa impiegare meglio e con più efficacia le risorse pubbliche disponibili. In definitiva, il set di strumenti che la Regione metterà in atto da qui a tutto il 2020 – termine finale della nuova programmazione comunitaria – sarà certamente adeguato a rispondere anche alle articolate esigenze delle PMI. Questa nuova strategia si auspica che possa essere in grado di sostenere la domanda di quei piccoli finanziamenti che spesso fanno la differenza per riuscire ad avviare (o meno) una nuova attività in proprio, e che le banche sono restie a concedere. Sarà anche la strategia in grado di accompagnare i piccoli investimenti produttivi delle PMI toscane . La Regione Toscana è intervenuta ampiamente con strumenti tesi a colmare il cosiddetto “fallimento di mercato” del credito, sia concedendo garanzie che assistevano l’impresa nell’accesso a finanziamenti bancari, sia concedendo finanziamenti a tasso zero.

Il turismo registra, come si è visto, dati importanti per la tenuta dei livelli d’occupazione. Non le sembra in Toscana, città d’arte, centri storici minori, turismo balneare, enogastronomia, solo per fare qualche esempio, dovrebbero essere maggiormente valorizzati nelle politiche regionali sulla promozione e sulla formazione? Accanto a questo c’è il lavoro sulla normativa che con la legge appena approvata dal consiglio regionale che riordina le funzioni amministrative in materia di turismo, precedentemente in capo alle Province ripartendole tra Regione e comuni e quella che entro l’estate vedrà la luce per ridisegnare in modo organico il settore aggiorneremo in modo complessivo il sistema normativo per renderlo più efficiente e rispondente alle nuove esigenze di operatori e cittadini. 

I risultati che in questi anni la Toscana del turismo sta raccogliendo sono il giusto premio per l’impegno dei nostri operatori. Sappiamo però che questo non può bastare e che se vogliamo mantenere alto l’appeal della Toscana è necessario che la nostra offerta si aggiorni e si arricchisca costantemente di novità. E questa è una delle nostre sfide principali per il futuro e anche per questo è stata pensata la nuova Toscana Promozione Turistica che nasce, tra le altre cose, proprio per affiancare i territori nella creazione di prodotti turistici innovativi e per promuovere in Italia e nel Mondo le nostre terre e le nostre eccellenze. Ossia quella Toscana capace di offrire al turista un soggiorno indimenticabile in ambienti accoglienti, dove la professionalità e la naturale attitudine dei nostri operatori rende la vacanza in Toscana un’esperienza unica. E questo grazie ad un’offerta culturale straordinaria e alle tante opportunità che il nostro territorio è in grado di offrire in termini di turismo attivo ed esperienziale. È quello che abbiamo iniziato a fare già a Berlino, in occasione della ITB 2016, facendo dei focus sull’Isola d’Elba e sull’area di Montecatini Terme appositamente pensati per il mercato tedesco. Un primo test importante che ci ha dato indicazioni fondamentali per il futuro. La risposta del mercato tedesco è stata, infatti, molto positiva e abbiamo avuto conferma che aver preparato per tempo, assieme ai territori, un’offerta mirata per questo Paese è stata una scelta apprezzata dagli operatori che abbiamo incontrato nei giorni di Fiera. Questo è il metodo che dobbiamo seguire se vogliamo essere competitivi su un mercato che è sempre più agguerrito. Dobbiamo andare verso la creazione di un vero e proprio prodotto turistico toscano che deve essere costruito come un qualsiasi altro prodotto economico e per questo, come ho detto, abbiamo deciso di puntare fortemente sulla nuova struttura di Toscana Promozione Turistica che ha fatto e farà un lavoro decisivo, con proprie risorse interamente dedicate alla promozione turistica dei territori toscani. L’agenzia avrà una struttura agile e snella, in grado di accompagnare territori, imprese ed operatori. I centri cosidetti minori, che poi minori non sono, non devono temere dunque.

Dopo ben tre annullamenti su ricorso dei precedenti governi, finalmente la Corte Costituzionale ha dato un parere positivo sulla legge della Toscana che inserisce parametri di programmazione nelle aggregazioni tra medie e grandi strutture. Come intende declinare tutto ciò nella nuova legge regionale sul Commercio?Di conseguenza, scartata la possibilità di “misurare” tali impatti con criteri legati alle distanze reciproche tra esercizi commerciali, si tratta ora, anzitutto, di sensibilizzare i Comuni ad individuare le situazioni che possono determinare criticità, in relazione alla specificità del territorio. 

Inoltre, la Regione interviene di concerto col Comune stesso per valutare gli interventi da attuare per mitigare gli impatti dei nuovi insediamenti, sia in relazione al territorio che a situazioni di criticità della rete commerciale circostante. A tale proposito, se dalle valutazioni urbanistiche scaturisce un obbligo di perequazione territoriale, almeno il 10% degli oneri di urbanizzazione devono essere destinati a interventi di rivitalizzazione di centri commerciali naturali, centri storici e aree mercatali.La Corte Costituzionale ha rigettato il ricorso contro la norma regionale che considera le aggregazioni di medie e/o grandi strutture di vendita in relazione al loro impatto complessivo sul territorio, soprattutto per quanto riguarda il consumo del suolo, la viabilità e l’impatto sull’ambiente.

Ci sono alcune categorie dagli Ambulanti ai Balneari, in grande tensione a causa della direttiva Bolkestein. Come ne possiamo uscire? Discorso diverso invece per quanto riguarda le concessioni per il commercio su aree pubbliche per le quali il percorso è già stato fatto con la previsione del 2017 come data per il rinnovo delle concessioni. Termine che ad oggi pare stretto considerando l’elevato numero di istanze che saranno da esaminare da parte dei comuni, in toscana infatti sono 12mila le concessioni che andranno a bando. 7)         Relativamente alle nostre proposte su Centri Commerciali Naturali 2.0, che prevedono aggregazione di vari soggetti economici anche di settori diversi, valorizzando managerialità, innovazione e impresa diffusa, la Regione come può sostenere questo percorso?

La situazione è pertanto normata ormai da alcuni anni e attualmente si fa riferimento a quanto disposto dal Documento unitario della Conferenza unificata delle regioni del 2012, che in Toscana ha visto il recepimento con un Protocollo d’intesa nel 2013 tra Regione, Anci, Confcommercio e Confesercenti e nella legge regionale sul commercio. Documenti sui quali ci fu convergenza da parte di tutti i soggetti coinvolti. Modificare i termini vorrebbe dire riaprire la discussione, se ci saranno richieste in merito vedremo, per il momento la situazione è normata con quegli accordi. C’è da dire però che in vista della concreta applicazione dei contenuti dell’Intesa del 2012 e del Documento Unitario del 2013 sono emerse alcune criticità nell’applicazione e la Toscana con un gruppo ristretto di altre regioni (Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Lombardia, Lazio e Piemonte) sta lavorando per risolverle.La Regione Toscana segue con grande attenzione la problematica che, come noto, è di competenza esclusiva dello Stato. Per quanto riguarda le concessioni del demanio abbiamo chiesto, assieme alle altre regioni italiane, al Governo di rappresentare in modo chiaro e argomentato alle Istituzioni comunitarie la particolare situazione italiana. La situazione è tanto più preoccupante in ragione delle anticipazioni che sono state fatte dalla Corte di giustizia della UE in merito alla scadenza delle concessioni non più al 2020, come previsto dalla attuale normativa, ma al 31 dicembre scorso. Per questo la Giunta ha lavorato su una proposta di legge che va nella direzione di consentire il rilascio di concessioni fino a venti anni agli attuali concessionari che intendano investire per la qualificazione dell’offerta balneare e che gestiscano direttamente le attività. Certamente il nostro intervento non potrà essere risolutivo rispetto a tutte le differenti situazioni e attendiamo dal governo un coinvolgimento urgente per garantire le necessarie condizioni di operatività ai nostri sistemi di imprese balneari.

La Regione ha visto con favore questa iniziativa e ha condotto una politica di accompagnamento allo sviluppo dell’imprenditoria della micro impresa già a partire dalla programmazione comunitaria 2000-2006 (DOCUP) proseguita nel 2007-2013 (POR Creo) con un focus specifico sull’innovazione, la ricerca e lo sviluppo pre-competitivo, e anche in quest’ultima programmazione dei fondi comunitari FESR 2014-2020. Sono oltre 180 le aggregazioni di imprese che si sono costituite e con risorse regionali abbiamo accompagnato la loro nascita e alcune di queste si sono evolute ed hanno oggi una maggiore autonomia finanziaria ed organizzativa che trova la sua ragion d’essere nell’erogazione di servizi alle imprese aderenti e nei servizi ai consumatori che frequentano questi centri commerciali naturali. Ci troviamo oggi in una fase di risorse pubbliche in forte contrazione e con un sistema pubblico territoriale in radicale riassetto Provincie e Camere di commercio in primo luogo. Ma la Regione può continuare a sostenere le imprese grazie alle professionalità ed al lavoro che gli uffici possono svolgere sul territorio, supportando con competenza lo sviluppo di una fase 2.0 dei CCN, e grazie all’attività di Toscana Promozione Turistica e Fondazione Sistema Toscana per promuoverli trovando i modi e le occasioni

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