Manovra: sarà snella da 20 miliardi, articolata su lavoro, imprese, povertà e statali (garantiti 85 euro)

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Lavoro, imprese, povertà e statali. E’ una manovra snella, come l’ha definita il premier Paolo Gentiloni, quella approvata dal Consiglio dei ministri, e che concentra le risorse limitate ma ben utilizzate, come ha sottolineato il ministro Pier Carlo Padoan, in pochi capitoli fondamentali. Ecco nel dettaglio le misure principali:

– GIOVANI, PER IL PRIMO ANNO SGRAVI FINO A 34 ANNI: la decontribuzione è la più importante delle misure per la crescita messa in campo. Dovrebbe costare 338 milioni il primo anno che salgono a 2,1 miliardi nel 2019. Lo sgravio permanente per le assunzioni stabili sarà al 50% per tre anni e per il solo 2018 si potranno incentivare le assunzioni dei giovani under 35, quindi fino a 34 anni compiuti. Il bonus giovani sale al 100% per le assunzioni al Sud, e nelle stesse aree resta al 100% anche per tutti i disoccupati da almeno sei mesi, indipendentemente dall’età. Confermati anche i paletti per evitare licenziamenti con i quali fare posto alle nuove assunzioni col bonus. Obiettivo annunciato dal governo nelle scorse settimane è quello di incentivare 300mila assunzioni nel 2018.

– ALTRI 10 MILIARDI A IMPRESA 4.0: tanto vale l’intero pacchetto Impresa 4.0 tra 2018 e 2028 per le imprese che investiranno in innovazione, ricerca e formazione negli ambiti e nelle tecnologie che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale. Con la legge di bilancio si confermano gli incentivi agli investimenti, con l’iperammortamento che rimane al 250%, mentre il superammortamento scende dal 140% al 130%.
Nel provvedimento, come annunciato, sarà previsto anche il credito di imposta per la formazione digitale, che dovrebbe essere stabilito al 50% delle spese destinate dall’impresa a questo scopo. Istituito il “Fondo per il capitale immateriale, la competitività e la produttività.

– 600 MILIONI PER REI E INCLUSIONE: per la lotta alla povertà sul piatto ci sono altri 600 milioni che andranno in prima battuta al nuovo Reddito di inclusione, che parte da gennaio. L”obiettivo è quello di allargare la platea. Previste anche misure per la famiglia.

– GARANTITI GLI AUMENTI DA 85 EURO PER GLI STATALI: dopo otto anni di blocco il Governo riavvia la contrattazione nel pubblico impiego. La manovra stanzia la terza e ultima tranche di risorse da destinare agli statali. La cifra si aggira intorno a 1,7 miliardi e si somma ai finanziamenti precedenti. In tutto gli incrementi stipendiali per gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici varranno circa 5 miliardi. L”aumento medio mensile è di 85 euro. La ministra Madia parla di impegno mantenuto visto che l’aumento era stato definito insieme con i sindacati,nell’accordo del 30 novembre scorso. Lo scatto non dovrebbe comportare la perdita del bonus 80 euro per coloro che hanno redditi tra i 23 e i 26 mila euro annui, quindi a rischio di superare la soglia per il riconoscimento del beneficio. Madia ha infatti sempre assicurato che le fasce più deboli saranno tutelate. Il capitolo statali sarà arricchito anche da altre misure, tra cui l’allineamento delle buste paga dei presidi con quelle degli altri dirigenti Pa. Al momento infatti i manager delle scuole hanno stipendi molto meno pesanti. I dettagli degli incrementi saranno poi affidati alla trattativa tra i sindacati e l’Aran, l’agenzia che rappresenta il governo nei tavoli negoziali. Si attende, infatti, una nuova convocazione.

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