Migranti: ricominciano gli sbarchi, finora in calo. Europa e Onu continuano a latitare

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Sbarchi in calo, ma c’è preoccupazione per la situazione in Libia, che richiede un maggiore impegno dell’Unione Europea e dell’Onu. Il punto sui migranti è stato fatto al Quirinale dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, nel corso della riunione del Consiglio supremo di Difesa.
I dati degli arrivi sono positivi: i 106.889 stranieri sbarcati fino ad oggi rappresentano infatti un calo del 23% rispetto al 2016. Ma recentemente si è registrata una ripresa delle partenze: negli ultimi sette giorni oltre 3mila persone sono state recuperate in mare, in arrivo soprattutto dalla Tunisia. A Sabrata – città chiave per i trafficanti di uomini alla quale sono affluiti aiuti dell’Italia – sono da giorni in corso aspri combattimenti tra milizie, con morti e feriti. E al difficile quadro libico contribuisce anche l’offensiva dell’Isis, che ieri ha messo a segno un attentato dinamitardo al tribunale di Misurata.

Il titolare del Viminale da tempo segnala il rischio che diversi combattenti del Califfato in fuga da Siria ed Iraq potrebbero infiltrarsi in Libia dai confini sud seguendo le rotte migratorie. Proprio il Paese nordafricano è al centro delle preoccupazioni. Il Consiglio supremo ha infatti riconosciuto che il processo di stabilizzazione della Libia, pur avendo compiuto qualche passo in avanti, grazie anche all’impegno italiano, è ancora in una fase critica di composizione delle diverse posizioni dei principali soggetti politici e di unificazione delle forze di sicurezza. Fiducia viene espressa nel ruolo negoziale e di indirizzo che svolgerà il nuovo Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ghassan Salamè. Ad indicare che serve un approccio unitario, al di là dei tentativi diplomatici portati avanti dai singoli Paesi, dalla Francia alla Gran Bretagna.
Nel Governo c’è dunque grande cautela e se si sottolineano i significativi successi nel controllo dei flussi migratori, si evidenzia tuttavia che c”è ancora molto da fare e si auspica un maggiore impegno dell’Unione Europea e della Comunità Internazionale con l’esigenza di intervenire nei Paesi di origine e di transito, a partire da quelli del Nord Africa. Infatti, la stabilizzazione ed il processo di sviluppo del continente africano richiederanno tempi lunghi e azioni di supporto da avviare con urgenza secondo criteri innovativi, rapportati alla complessità e alla specificità degli obiettivi da perseguire. Si tratta di sfide che solo l’Unione Europea nel suo complesso può affrontare. Un richiamo a Bruxelles che qualche giorno fa ha espresso con chiarezza Minniti spiegando che alle parole devono seguire ora i fatti.

 

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