Cybercrime: attenti al ransomware, il riscatto informatico. È esploso (+750%) nel 2016

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Il cosiddetto cybercrime, il crimine informatico, sta assumendo proporzioni (e pericolosità) sempre più vaste e accentuate, tanto da trovare spazio nelle conclusioni dell’ultimo rapporto Europol sullo stato di questo e di altri reati in cui la Rete gioca un ruolo importante. Conferma innanzitutto l’esplosione dei ransomware, i virus del riscatto che cifrano i file di un computer e chiedono soldi per fornire la chiave per decifrarli, come abbiamo raccontato più volte su Firenzepost, illustrando i consigli della Polizia delle telecomunicazioni in proposito. Due virus recenti, quali Wannacry e NotPetya , hanno mandato in tilt molte aziende e organizzazioni.

Quello che rende queste infezioni globali così minacciose, secondo l’Europol, è proprio il fatto che attacchino indiscriminatamente, con conseguenze su molteplici industrie sia nel settore privato che pubblico. La preoccupazione esplicita è per le infrastrutture critiche, cioè per quei servizi considerati essenziali, come energia, trasporti, acquedotti. Perché a quanto pare un’ampia varietà di infrastrutture critiche sono vulnerabili a cyberattacchi quotidiani.

Il numero di famiglie di ransomware è esploso nel 2016, con un incremento del 750 per cento sull’anno precedente, scrive il report. E l’Italia, purtroppo, appare tra i Paesi più esposti. Con Germania, Paesi Bassi e Gran Bretagna raccoglie infatti il 16 per cento dei ransomware globali rilevati. È poi il secondo Paese europeo, dopo la Francia, per malware (software malevoli) rilevati. Ed è il quarto Paese europeo per numero di bot, oltre che il quarto ad avere più clic su indirizzi (Url) malevoli.

Notizie invece più rassicuranti vengono fornite sul fronte terroristi e Rete. Sebbene questi continuino a usare internet e varie app per comunicare, fare propaganda e coordinarsi, le loro capacità di lanciare cyberattacchi continuano ad apparire limitate.

Bisogna dunque stare sempre all’erta. Le nostre Forze dell’ordine (Polizia delle telecomunicazioni in prima fila) e i servizi monitorano i siti sospetti, in primis naturalmente quelli possibilmente utilizzati dal terrorismo. ma anche noi utenti dobbiamo farci parte diligente, consultando tutte le avvertenze che periodicamente sono emanate dalle autorità, in particolare dal sito social della Polizia di Stato intitolato proprio una vita da social, oppure collegandosi all’altro sito della polizia commissariato di ps online. E fate tesoro dei consigli e delle indicazioni che ci danno gli specialisti.

 

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