Trento: bimba di 4 anni muore di malaria, una malattia scomparsa da 30 anni in Italia

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La Procura di Trento e quella di Brescia hanno aperto due inchieste sulla morte di Sofia Zago, la bimba di 4 anni stroncata da malaria cerebrale (la forma più grave della malattia) nella notte tra sabato e domenica agli Spedali Civili di Brescia, dopo un suo trasferimento dall’ospedale Santa Chiara di Trento, città in cui la famiglia vive.

I genitori avevano portato la bambina in ospedale sabato, dopo episodi di febbre a 40°. È stato lo zelo di un tecnico di laboratorio dell’ospedale trentino, che ha effettuato gli esami per la malaria non appena è giunto il vetrino con il sangue della piccola, a chiarire la diagnosi. Subito la bimba è stata sottoposta alla profilassi malarica, dopo di che è stata trasferita all’ospedale bresciano, dove però è deceduta.

La famiglia di Sofia non si era mai recata in vacanza in zone dove è presente la zanzara responsabile della malaria. In agosto aveva infatti passato qualche giorno a Bibione, in Veneto. Tuttavia poco dopo Ferragosto la piccola era stata ricoverata in Pediatria al Santa Chiara, dove in quel momento erano ricoverati due minori che avevano contratto la malaria in Africa.

I medici stanno ancora cercando di capire come sia potuto accadere, mentre la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin ha dichiarato che «dalle prime indicazioni, la bimba potrebbe aver contratto la malaria in ospedale, a Trento. In uno dei giorni del suo ricovero, erano presenti, in un’altra stanza, due bambini con la malaria, che sono guariti». «Abbiamo mandato immediatamente degli esperti sia per quanto riguarda la malattia sia per la trasmissione da parte delle zanzare. Dobbiamo accertare se c’è stato un contagio di sangue o se invece la malaria può essere stata contratta in altro modo», ha aggiunto la ministra.

L’Italia già nel 1970 è stata dichiarata dall’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) indenni da malaria. I casi di malaria, quasi totalmente d’importazione, non sono, però, scomparsi. Ecco perché il ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità hanno mantenuto attivo un sistema di sorveglianza che prevede una continua valutazione della situazione epidemiologica. Molto rari – meno di due l’anno – sono i casi di malaria autoctona, ovvero contratta sul territorio nazionale, come pare quello della bimba di Trento.

Scoppia la polemica politica. La Lega accusa gli immigrati quali possibili autori del contagio, ma anche Michaela Biancofiore, coordinatrice regionale di Forza Italia in Trentino-Alto Adige, scrive che «l’approdo massiccio di persone provenienti da Paesi africani nei quali alcune malattie debellate da tempo secondo l’Oms a livello europeo, si stiano rimanifestando in maniera rilevante in Italia, è più che un sospetto». E accuse di questo genere impazzano anche sui social.

 

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