Stupri di Rimini: filmato incastra il Congolese. Che nega. Polonia chiede estradizione dei 4

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Nega tutto, il congolese Guerlin Butungu, 20 anni, interrogato dal pm della procura di Rimini. Non c’era. E forse dormiva. Colui che è ritenuto il capo del branco accusato dei due stupri di Miramare, si è detto estraneo alle violenze e ha affermato: «Dopo essere stato ad una festa in spiaggia, bevuto un drink e mezzo, mi sono addormentato. Quando mi sono svegliato – ha aggiunto – ho incontrato dei ragazzi che mi hanno offerto di acquistare un orologio e un telefonino probabilmente rubati, e così ho fatto». Ma, secondo gli inquirenti, il filmato lo inchioderebbe alle sue responsabilità. Intanto la Polonia ha chiesto l’estradizione dei quattro accusati dello stupro. E la cooperativa Lai-Momo ha licenziato il mediatore culturale che aveva postato un messaggio su Facebook sostenendo che lo stupro «è peggio solo all’inizio, ma poi la donna si calma e il rapporto diventa normale».

CONGOLESE – Arrivato in Italia nel 2015 come richiedente asilo, e in possesso di un permesso di soggiorno valido fino al 2018, Butungu si difende negando i fatti. Avrebbe però detto agli investigatori di riconoscersi nei fotogrammi estrapolati dalle telecamere di sicurezza che lo hanno ripreso con i tre minorenni, indagati in concorso con lui e come lui in stato di fermo. Ma proprio le immagini che lo riprendono, tra un episodio e l’altro, secondo gli inquirenti, incastrano senza dubbi il congolese. Anche i tre minori hanno ammesso di riconoscersi nei fotogrammi, ma i due fratelli marocchini di 15 e 17 anni, e il nigeriano di 16, negano di aver stuprato, dicendo di aver partecipato perché costretti dal congolese, ma di non aver commesso il reato a loro avviso più grave.

RAPINE – Nell’interrogatorio avrebbero aggiunto di aver avuto la sera stessa degli stupri l’idea di costituirsi: «Volevamo farlo, ne abbiamo parlato, ma poi siamo arrivati alla stazione di Pesaro ci siamo separati e non lo abbiamo più fatto». Volevano farlo perché «rimasti impressionati dall’accaduto». Sono tutte circostanze ancora da verificare. Butungu è stato trovato in possesso di un orologio e di un telefonino rubato, che risulta rapinato a due ragazzi italiani sulla spiaggia, qualche ora prima dello stupro della polacca. Dalle indagini della squadra mobile di Rimini emergerebbero poi nella stessa serata almeno altre tre rapine, oltre a quelle finite con la violenza sessuale, tanto che la Procura ha chiesto di riunire tutti i fascicoli contro ignoti con rapine commesse con le stesse modalità da un gruppo di ragazzi.

POLONIA – La Polonia chiederà l’estradizione dei quattro arrestati per gli stupri di Rimini. Lo ha dichiarato il vice ministro della giustizia polacco, Patryk Jaki. I quattro sono accusati di avere stuprato una turista polacca e di avere picchiato il suo compagno e di averli entrambi rapinati. Il vice ministro Jaki ha detto che i quattro dovrebbero affrontare una punizione molto severa per avere commesso questi crimini. Le autorità polacche hanno aperto una loro inchiesta.

LICENZIATO – La cooperativa Lai-Momo ha licenziato il mediatore culturale che, all’indomani degli stupri di Rimini, aveva scritto su Facebook un commento nel quale sosteneva che «lo stupro è peggio solo all’inizio, ma che poi la donna si calma e il rapporto diventa normale». Il dipendente ha presentato delle giustificazioni scritte che Lai-Momo ha respinto, risolvendo in via definitiva il rapporto di lavoro.

 

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