Banca Etruria: l’anomalia sui bond era stata denunciata da Bankitalia fin dal 2013

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Vengono alla luce oscuri e preoccupanti retroscena sulla crisi di Banca Etruria, che faranno ancor più infuriare i risparmiatori truffati. Anche perché dalle indagini finora svolte pochi sembrano coinvolti nella vicenda truffaldina. Tutti sembra che fossero informati, ma nessuno inquisito, qualcosa non torna. Una lettera di Bankitalia a Consob datata 30 ottobre 2013 segnalava all’autorità di controllo dei mercati le criticità di Banca Etruria. Con un focus sulle obbligazioni subordinate vendute alla clientela con rendimenti che non riflettevano le reali condizioni dell’istituto. Un articolo di Gianluca Paolucci su la Stampa di Torino  sottolinea che la data è importante: quel giorno Etruria colloca il suo ultimo bond subordinato: 50 milioni di euro venduti «allo sportello», per oltre il 99% finiti a piccoli risparmiatori e famiglie.

Un «corto circuito comunicativo» tra Consob e Bankitalia, sul quale cerca di fare luce la procura di Arezzo. Perché la Consob dal canto suo ha sempre dichiarato – da ultimo nella procedura sanzionatoria contro gli ex vertici – di aver avuto piena contezza della situazione di Etruria solo il 12 maggio del 2016, quando i liquidatori della «vecchia» Banca Etruria hanno inoltrato all’Autorità le carte di Bankitalia.

È evidente che qualcosa non torna. Anche perché la Consob il 15 dicembre del 2013, dopo la consegna al cda di Etruria delle conclusione dell’ispezione di Bankitalia, imponeva a Etruria di informarne il mercato. «Con riferimento alla lettera di situazione aziendale relativa agli esiti degli accertamenti ispettivi condotti dalla Banca d’Italia – si legge nella richiesta della Consob alla banca – e tenuto conto della rilevanza dei profili di criticità emersi dalla citata verifica, la Commissione ha chiesto alla Banca di diffondere un comunicato stampa contenente una sintesi dei principali rilievi effettuati da Banca d’Italia, le eventuali iniziative da porre in essere, nonché ogni eventuale ulteriore elemento informativo ritenuto utile per una corretta informazione del pubblico». Il 23 dicembre esce un «supplemento al prospetto», approvato dalla Consob il 20 dicembre, con i dati finanziari della banca aggiornati e i rischi emersi dopo l’ispezione di Bankitalia.

Nel 2013 Etruria collocò due bond subordinati, in giugno e in ottobre, per 110 milioni di euro totali. Entrambe le emissioni avevano rendimenti sballati rispetto al rischio: la prima pagava una cedola più bassa rispetto al Btp di pari durata. Il bond di ottobre pagava il 5% quando il Btp aveva un rendimento del 4,14% e le migliori banche italiane per titoli analoghi pagavano rendimenti vicini al 7%. L’ultima emissione viene collocata in tre tempi tra il 16 ottobre e il 5 dicembre.

Ma la nota per la Consob di Bankitalia del 30 ottobre va oltre.  Dopo aver illustrato le problematiche emerse nell’operazione Palazzo della Fonte relativa allo scorporo degli immobili (oggetto poi di una inchiesta della procura), gli ispettori di via Nazionale segnalano infatti all’Autorità le anomalie «in sede di emissione, per le negoziazioni sul secondario e per la valutazione ai fini di bilancio» dei bond emessi dalla banca. Indicando espressamente come «nelle negoziazioni con la clientela, la definizione del rendimento delle obbligazioni Bpel è guidata dal rendimento dei titoli di Stato di pari durata (…). Tale soluzione risponde all’intento dichiarato di fornire alla clientela un rendimento non troppo discosto da quello dei titoli di Stato, ritenuto benchmark per la clientela retail. (…) senza riflettere le variazioni dei fondamentali della banca e quindi del suo standing creditizio».

Delle comunicazioni avvenute in quei giorni tra Bankitalia e Consob c’è traccia anche in un altro documento. Si tratta della segnalazione che Bankitalia fa alla Procura di Arezzo dopo l’ispezione, il 5 dicembre, nella quale si dice espressamente che è «in corso di trasmissione» una comunicazione alla Consob «per i profili di sua competenza».

In quei mesi di fine 2013 dunque la crisi di Etruria era ben chiara a chi doveva vigilare. Lo sapeva Bankitalia grazie alle ispezioni (ma nonostante questo ha approvato le emissioni dei bond di giugno e ottobre come previsto dalle Istruzioni di Vigilanza che prevedono precisi vincoli rispetto al patrimonio). Lo sapeva la Procura, informata dagli ispettori di via Nazionale fin dal 23 settembre e poi con la nota di dicembre. E lo sapeva anche la Consob almeno dal 30 ottobre. Ma nonostante questo nessuno ha fermato il collocamento dell’ultimo bond.

 

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