Consip, ministro Lotti a pm: «Estraneo a questa vicenda». Interrogato per un’ora

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E’ stato ascoltato per circa un’ora sulla vicenda Consip, il ministro dello Sport, Luca Lotti. Che ha ribadito la sua estraneità anche alla fuga di notizie sull’indagine. In una saletta nella sede del Nucleo investigativo di via In Selci, Lotti, indagato per rivelazione del segreto d’ufficio, ha risposto alle domande del procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, dell’aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Mario Palazzi.

«E’ stato un sereno interrogatorio – commentano gli avvocati Franco Coppi e Ester Molinaro -. Il ministro ha risposto puntualmente a tutte le domande che gli sono state rivolte e ha ribadito con fermezza la sua estraneità ai fatti contestati». Un atto istruttorio relativamente breve, che è arrivato ad otto mesi di distanza dal primo contatto che Lotti ha avuto con i magistrati di piazzale Clodio.

Il 27 dicembre, il ministro fece alcune dichiarazioni spontanee dopo che il 21 dicembre i magistrati di Napoli, prima di trasmettere il fascicolo di indagine a Roma, avevano proceduto con la formale iscrizione nel registro degli indagati.
Il ministro è indagato per rivelazione insieme al comandante generale dell”Arma Tullio Del Sette, al comandante della Legione Toscana, Emanuele Saltalamacchia, e al presidente di Publiacqua Firenze, Filippo Vannoni. Lotti fu iscritto a seguito delle audizioni come testimone svolte a Napoli di Luigi Marroni, all’epoca amministratore delegato di Consip e dello stesso Vannoni, quest’ultimo poi indagato dai pm romani. Il 20 dicembre, Marroni aveva raccontato ai pm napoletani John Woodcock e Celeste Carrano di essere stato informato da Lotti dell’inchiesta su Consip, oltre che dal generale Saltalamacchia, dall’ex presidente Consip Luigi Ferrara, e dallo stesso Vannoni che, dal canto suo, aveva confermato la versione di Marroni dicendo che il ministro gli aveva riferito di un’indagine sull’imprenditore Alfredo Romeo. Una versione respinta da Lotti che, nel corso delle dichiarazioni spontanee, fece mettere a verbale che
dell’inchiesta non aveva informato nessuno anche perché non ne era a conoscenza. Parlando davanti al pm Palazzi, il ministro ha affermato di conoscere Vannoni dal 2008 e di averlo incontrato casualmente il 21 dicembre scorso, per due volte: la prima alla stazione di Firenze e alcune ore dopo a Palazzo Chigi.

«Stavo rientrando in ufficio – ha dichiarato Lotti il 27 dicembre – e ho trovato Vannoni, voleva parlarmi. Imbarazzato e con modi concitati, mi ha informato di essere stato sentito da Woodcock a Napoli e di avergli riferito di aver ricevuto da me informazioni riguardo l’esistenza di indagini su Consip; alle mie rimostranze circa la falsità di quanto affermato, lui ha ammesso di aver mentito e quando ho chiesto il perché si è scusato in modo imbarazzato, ottenendo una mia reazione stizzita, tanto da avergli detto non ti do una testata per il rispetto del luogo nel quale siamo».

Per quanto riguarda un altro filone dell’inchiesta, oggi, 14 luglio, è stato applicato il braccialetto elettronico all’imprenditore Romeo, che ha ottenuto gli arresti domiciliari. Romeo era stato arrestato il primo marzo scorso per corruzione: l’imprenditore napoletano è accusato di avere corrotto l’ex dirigente di Consip, Marco Gasparri, al fine di ottenere informazioni sui bandi di gara della centrale unica di acquisti della pubblica amministrazione.

 

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