La questione del futuro del commercio nel centro città e, in modo particolare, della zona del mercato di Piazza Cavour, deve essere affrontata mettendo al bando i personalismi e comodi parallelismi con esempi di riqualificazione avvenuti in tessuti urbani ed economici diversi rispetto a quelli che caratterizzano la città di Viareggio.
Esmeralda Giampaoli, Presidente di Confesercenti Versilia, rilancia il dibattito sul destino del commercio nel centro cittadino. Non si può pensare – dichiara ancora Giampaoli – di abbozzare dei tentativi senza aver prima definito un metodo di lavoro altrimenti, passato il primo momento di euforia, l’esperimento risulterà un fallimento.
Aggiunge la Presidente di Confesercenti: Alcune correnti vorrebbero cavalcare la moda del settore food, ma dubitiamo sia la panacea di tutti i mali senza aver chiarito una strategia d’azione e un progetto complessivi di valorizzazione commerciale dell’area. L’unica strada che riteniamo debba e possa essere intrapresa quanto prima è quella destinata a fornire un metodo di lavoro largamente condiviso che consenta di affrontare la questione di quali saranno le azioni da porre in essere per operare una riqualificazione profonda e strutturale del commercio nella zona del Centro Commerciale Naturale.
L’opinione di Confesercenti è stata ampiamente dibattuta e condivisa da tutto il Direttivo, a partire da Stefano Lazzarini: Secondo Confesercenti bisognerà in primo luogo partire dal riconoscimento del valore storico e culturale che la piazza del mercato e le aziende che la popolano indubbiamente rappresentano per la città, e da questo cominciare a scrivere la visione del futuro. Non è ipotizzabile prospettare un futuro del commercio e del turismo se la strada per arrivarci è quella di radere a zero la grande ricchezza imprenditoriale che c’è, e che tiene viva la storia e la memoria del mercato. Ancora Lazzarini: Bisogna superare i limiti organizzativi delle singole associazioni che insistono sul territorio intraprendendo azioni mirate che abbiano efficacia in una prospettiva di medio-lungo periodo.
E allora, conclude Giampaoli, proviamo a tracciare quella che potrebbe essere un ideale road map:
1- Identificazione dei soggetti coinvolti nella definizione delle linee guida del piano di intervento: non solo gli imprenditori ma anche la comunità locale e la pubblica amministrazione.
2- Redazione di uno studio analitico che fornisca dati non soltanto provenienti dalle aziende ma anche da residenti e clientela sia attuale che potenziale.
3- Identificazione del modello di governance che si vuole adottare per la progettazione e realizzazione del progetto
4- Modalità e tipologia delle forme di finanziamento con cui dare gambe alla progettazione complessiva
5- Progettazione con contestuale predisposizione di un sistema di monitoraggio dei risultati in itinere.