Bruxelles: migranti, vertice Ue. I 27 decidono che gli approdi vanno ampliati e non limitati soltanto all’Italia

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Dopo il cambio di governo molte cose (ovviamente in meglio) sono cambiate nei rapporti fra Italia e Unione europea. Due episodi sono esemplari del cambiamento. Il primo, per così dire, nei rapporti interni: alle 9 del mattino di ieri 23 giugno il presidente del Consiglio Gentiloni ha incontrato le centinaia di funzionari, dirigenti e diplomatici italiani che lavorano a Bruxelles, consuetudine per molti capi di governo europei ma non per gli italiani. Sei ore più tardi la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron, nella loro conferenza stampa congiunta (escludendo ancora l’Italia), hanno riconosciuto il grave errore dell’Europa che non ha ascoltato l’allarme italiano sulla questione migranti, affermando che ora si dovrà fare il possibile per fronteggiare un fenomeno che non rappresenta più una semplice emergenza.

I flussi migratori nel Mediterraneo Centrale, e in particolare dalla Libia, sono una «sfida permanente» e quindi non è più un’emergenza, ma un grave problema cronico per il continente, che investe tutti, e quindi non solo i paesi in prima fila, Italia su tutti. Questo il commento di Gentiloni: «L’Italia può ritenersi soddisfatta. Per noi è stato essenziale mantenere gli impegni anche sulla vicenda immigrazione. La Commissione ha apprezzato e ora anche se dobbiamo accontentarci delle partite che si svolgono giorno per giorno e in questi due giorni non si doveva risolvere il problema dei flussi ma affermare una serie di concetti, il lavoro da fare è ancora molto».

La Libia viene citata come il Paese-chiave, e infatti l’impegno della Ue è cresciuto molto, dall’operazione Sophia all’assistenza alla Guardia Costiera libica, che negli ultimi due mesi – come ricorda Gentiloni – ha effettuato 8600 salvataggi, ai quali si sommano i 6 mila rimpatri verso altri Paesi africani effettuati dallo Iom. La novità che promette sviluppi futuri è il concetto di rafforzamento di cooperazione regionale nelle operazioni di «Search and Rescue», che potrebbe prevedere in prospettiva il principio di ampliamento degli approdi, «anche se sappiamo bene che i problemi con cui ci dobbiamo confrontare non si risolvono con le conclusioni di un documento del Consiglio europeo», dice Gentiloni.

Si tratta pur sempre di piccoli passi in avanti, come sempre avviene in questi vertici europei, ma attendiamo che dalle parole e dalle promesse si passi ai fatti concreti.

 

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