Economia: i crediti deteriorati sono preda dei fondi avvoltoio. L’allarme di Bankitalia

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Il problema degli Npl va risolto. Ma attenzione a finire nelle rete della speculazione per la fretta di cedere i crediti deteriorati. È questo il senso dell’intervento del responsabile della vigilanza di Banca d’Italia Carmelo Barbagallo al congresso First Cisl.

I crediti deteriorati delle banche italiane «sono preda dei fondi avvoltoio» internazionali con prezzi di cessione «straordinariamente bassi», dice Barbagallo che ha chiesto di affrontare il problema utilizzando tutti gli strumenti disponibili, fra cui la gestione interna che consente anche un recupero di valore, e non solo la cessione a saldo ad operatori esterni ma «occorre tempo».

Del resto, per il responsabile della vigilanza una parte dei prezzi bassi risiede sia nei tempi di recupero della giustizia civile superiori a quelli Ue che «nella scarsa qualità dei dati» sugli Npl, un tema sul quale «la Banca d’Italia sta lavorando». E ancora insiste Barbagallo: il taglio dei tempi di recupero fallimentari ed esecutivi dei crediti da parte della giustizia è cruciale per risolvere il problema dei crediti deteriorati in Italia. Nel nostro paese i tempi di recupero sono di 8 anni, il doppio della media Ue, superiori non «solo a Francia o Germania ma anche Malta e Cipro».

Se «avessimo tempi della giustizia civile simili a quelli europei» le banche meno deboli avrebbero evidenziato un rapporto tra crediti anomali e impieghi fra il 7 e l’8%, non lontano da quello medio delle banche del Vecchio Continente e malgrado l’Italia sia stata colpita da una recessione più forte. Rimane il fatto che «alcune banche hanno gestito» la crisi meglio di altri evidenziando un aumento dei crediti meno marcato. Insomma anche i tema di Npl, crisi o no, ci sono promossi e bocciati.

 

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