Fiorentina, triste finale col Pescara: 2-2. Gonzalo: addio fra lacrime e applausi. Brilla Hagi, espulso Chiesa

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Finale tristissimo (faticoso 2-2 con il Pescara, ultimo in classifica), se l’attenzione non venisse attratta dall’ ovazione del Franchi per Gonzalo Rodriguez che, dopo 5 stagioni, 202 presenze e 25 gol (uno dei difensori più votati al gol di tutti i tempi in maglia viola), saluta in lacrime. Era stato sostituito da Borja al 14’ della ripresa, ma è voluto restare fino in fondo per ringraziare i tifosi. Che gli tributano il trionfo. Magari anche in polemica con Corvino che non gli ha rinnovato il contratto. Poteva restare Gonzalo? Forse sì. Ma sul futuro della Fiorentina, ora, ci sono solo dubbi. L’auspicio è che i Della Valle non mantengano all’infinito questa situazione di instabilità. La Fiorentina, ha detto bene un tifoso, non può essere la succursale snobbata di una grande fabbrica di scarpe. Serve una proprietà presente, non sdegnata e capace di considerare la squadra di calcio di Firenze come un balocco per divertirsi. Si sussurra di una cessione imminente del pacchetto azionario. Ben venga. Mi vengono i brividi a pensare a una campagna acquisti che sarà più che altro una dismissione. Bernardeschi? Kalinic? Forse se ne andranno tutt’e due. Contro il Pescara, nella tristezza generale, è spuntata una stellina Ianis Hagi è bravo davvero. Magari bisognerà fargli mangiare parecchie bistecche, ma il ragazzo c’è. Saponara ha segnato, senza entusiasmare. Federico Chiesa è stato espulso da un arbitro acerbo, che non merita la serie A. Dragowski? Non ci siamo. Probabilmente partirà. Come Paulo Sousa, che da tempo ha staccato la spina. La partita? Date un’occhiata alla cronaca e alle pagelle. Gonzalo, nel passo d’addio a Firenze, non ha fatto molto. Meritava un 5. Gli ho dato un 6 di stima. Beh, ce ne fossero come lui!Emiliano Mondonico, allenatore che riportò la Fiorentina in serie A nel 2004

DRAGOWSKI – Meritiamo di più e rispettate la nostra maglia, attacca la Curva Fiesole. Che inneggia a Firenze, fischia Sousa, ma ignora i Della Valle. Tutto questo dopo la festa al grande Emiliano Mondonico e ai protagonisti del ritorno in serie A, nel 2004, e il prologo dominato dalla festosa invasione dei bambini dei giocatori viola eppoi dal minuto di raccoglimento per le vittime di Manchester e per la scomparsa dell’arbitro Stefano Farina. Sousa mantiene la promessa: fa giocare Dragowski , Saponara e, davanti Babacar. Panchina piena: Borja, Kalinic, Badelj, Sanchez, Tello. In tribuna stampa si dice che molti di questi se ne andranno. Staremo a vedere. Il Pescara di Zerman, sostenuto da una quarantina di tifosi fedelissimi, si schiera con un 4-3-3 che sembrerebbe votato al suicidio. Ma con Zeman non si sa mai. Brivido (9’) per una mancata uscita di Dragowski: Cristoforo rimedia in angolo. Poi è Dragowski a respingere di ginocchio su Caprari. E’ il prologo al gol del Pescara: Gonzalo esce male, viene aggirato dalle maglie biancoazzurre. Verre porta avanti il pallone, serve Caprari a sinistra che, velocissimo, entra in area e tira. Forse c’è una deviazione di Astori, ma la palla entra in porta. Esultano i pescaresi con Zeman, indifferente il Franchi. Tanto ormai…

Gonzalo Rodriguez con la febbreGonzalo Rodriguez

GONZALO – I ragazzi del Pescara, soprattutto Verre, Brugman e Biraghi, pensano che vincere a Firenze, nonostante la retrocessione, sia un’impresa. E ce la mettono tutta. La Fiorentina cerca di reagire. Prima Bernardeschi sfiora il palo sinistro che di Fiorillo. Che pochi attimi dopo ( 18’) sfodera una gran parata su una bella girata al volo di Vecino. Improvvisamente la curva Fiesole esplode in un’ovazione per Gonzalo Rodriguez, il capitano argentino. Uno di noi, Gonzalo uno di noi. Polveri accese: via al Della Valle vattene oheo. Contrastato solo da qualche timidissimo fischio che sale dalla tribuna centrale. In campo succede poco o nulla, se si escludono due iniziative di Federico Chiesa: la prima conclusa con un assist per Saponara, anticipato al momento del tiro. La seconda con un tiro che va fuori. Ma la sua partita, e la sua stagione, comunque buona, finiscono qui. L’arbitro Martinelli, debuttante, fa il duro ed espelle Federico per un fallo a metà campo su Caprari. Doppia ammonizione. Federico lascia il campo in lacrime. C’erano gli estremi per l’espulsione? Forse no. Martinelli, appena messo il fischietto in Serie A, colpisce duramente il ragazzino più amato dal Franchi per dimostrare di saper sfidare la gente. Ma ce n’era bisogno?

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I giocatori del Pescara festeggiano Caprari per il primo gol

HAGI – Proprio le lacrime di Chiesa fotografano il primo tempo. Da piangere. Ma tanto è inutile, dopo una stagione così . Applausi, nell’intervallo, per le ragazze della Fiorentina women’s, campioni d’Italia. Si ricomincia, senza entusiasmo. Si scalda Borja Valero. Il Pescara, in superiorità numerica, insiste e va alla ricerca del raddoppio. Al 10’ esce Bernardeschi, bruttina la sua prestazione, e gioca Ianis Hagi, figlio d’arte, suo babbo è stato un campione della Romania. Ianis aveva già esordito a Cagliari. Ma quattro minuti dopo applausone per Gonzalo che esce. Tutti i compagni a fargli ala, anche quelli della panchina. Con loro Sousa. Piange Gonzalo. Il Franchi grida ancora il suo nome. Entra Borja. Ma diventa protagonista Hagi: il figlio d’arte (piede di velluto e dribbling secco, ma fisico da irrobustire), impegna Fiorillo anche in una difficile deviazione in tuffo.

Matias Vecino: suo il gran gol del 2-2

VECINO – Tanto furore viola non basta. Ci sarebbe un rigore per i viola, mani di Bahebeck, che l’arbitro ignora. Poi è lo stesso Bahebeck a raddoppiare: la difesa viola, imperniata (si fa per dire…) su Tomovic, ora centrale, si spalanca come un portone e Bahebeck non ha difficoltà a battere di nuovo il non sicurissimo Dragowski. Però la reazione stavolta c’è: Hagi sfodera un grande lancio per Babacar che entra in area, difende il pallone e lo serve centralmente per Saponara che, solo, non ha difficoltà a metterlo dentro. Uno a due. Hagi illumina davvero la manovra viola. Saponara avrebbe un’ottima occasione davanti a Fiorillo: tira due volte ma non la mette dentro. L’arbitro si distingue di nuovo: ammonisce Hagi per un fallo assolutamente veniale. Ma dai. Difficile per i viola far breccia fra gli arcigni difensori pescaresi. Ma il pareggio arriva lo stesso: Vecino improvvisa un’azione personale, salta un paio di avversari e da trenta metri lascia partire una sventola che va nell’angolo alto a sinistra di Fiorillo. Gran gol, gravo Matias. Peccato che si svegli sempre un po’ tardi, a primavera inoltrata. Tello e Baba avrebbero due palloni d’oro per segnare: sprecati. Va in archivio così, con un 2-2 con il Pescara che retrocede in B ultimo in classifica, questa tribolata e deludente stagione viola. Sì, ha ragione la Curva Fiesole: Firenze merita di più.

Sandro Bennucci

 

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