Vitalizi: quelli degli ex consiglieri regionali ci costano oltre 150 milioni l’anno

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La polemica sui vitalizi avviata dal M5S ha coinvolto soprattutto gli assegni spettanti ai parlamentari, ma analoga attenzione dovrebbe essere riservata ai vitalizi delle Regioni che provocano una spesa altrettanto consistente, oltre 150 milioni di euro, secondo le stime contenute nell’ultimo rapporto di «Itinerari previdenziali». Tanto più che anch’essi sono il frutto di meccanismi di assoluto favore ai politici, del tutto simili a quelli dei parlamentari.

REGIONI – Un’accurata e meritoria analisi compiuta da Paolo Baroni sul quotidiano la Stampa ci mostra che le Regioni, nel solo 2015, hanno erogato complessivamente ben 3.538 vitalizi (2.583 pensionati diretti e 945 reversibilità), contro i 2.116 della Camera e i 1.271 del Senato. Quindi gli ex consiglieri o aventi diritto sono in numero superiore al totale dei parlamentari.

IMPORTO – E’ ben vero che l’importo medio dei vitalizi regionali è inferiore, si attesta attorno ai 45.245 euro (42.314 euro conteggiando anche le reversibilità), contro gli 81.830 dei deputati e i 68.103 dei senatori.

SPESE – Le Regioni che in assoluto spendono di più sono Puglia, Sicilia, Sardegna, Lazio e Campania con uscite che complessivamente oscillano tra 10 e 18 milioni l’anno. Agli ultimi posti troviamo invece Toscana, Abruzzo, Marche, Basilicata e Molise, che viaggiano attorno a 3-4 milioni di euro.

NUMERO – Il numero più alto di percettori si trova in Sicilia, Sardegna, Lazio, Campania e Veneto (da 248 a 312 vitalizi erogati), mentre le regioni col minor numero di prestazioni sono Abruzzo, Marche, Liguria, Basilicata e Molise.

RICCHI – Dall’indagine emerge che a pagare gli assegni più ricchi è la Regione Puglia, che ai 159 suoi pensionati stacca un assegno che in media vale 77.987 euro l’anno. Ma anche la Sicilia con 60.293 euro lordi, la Sardegna con 58.236 e la Calabria con 56.053 euro non scherzano. Il più misero invece spetta a 139 ex consiglieri della Toscana, che beneficiano di un vitalizio che in media vale appena 26.660 euro lordi l’anno.

Se questi assegni venissero tutti ricalcolati col metodo contributivo,secondo le stime dell’Inps, in media verrebbero decurtati di un buon 40% con un risparmio pari a circa 60 milioni l’anno

 

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