Il 2016 si conferma un anno negativo per i distretti toscani che registrano, nei primi nove mesi, un -2,6% nelle esportazioni, con una differenza di circa 271 milioni. Secondo il monitor dei distretti della Toscana, realizzato dalla direzione studi di Intesa Sanpaolo per Banca Cr Firenze, il risultato è la conseguenza dei cali di export subiti principalmente sui mercati del Medio Oriente.
Continua il momento difficile del territorio aretino. Nel periodo gennaio-settembre, le calzature di Arezzo perdono il 43,6%, il tessile e l’abbigliamento il 15,4%. E’ invece in ripresa (il dato è relativo però al terzo trimestre) il distretto orafo (+5,8%).
Tra i distretti in crescita nei primi nove mesi del 2016 (tra i primi 20 a livello nazionale come incremento delle esportazioni in valore assoluto) quelli della pelletteria e calzature di Firenze (+5,7%, +136 milioni), il tessile e abbigliamento di Prato (+6,5%, +78 milioni), l’abbigliamento di Empoli (+2,7%, +25 milioni) e l’olio toscano (+15,6%, +56 milioni). Conferma il momento positivo anche il distretto del florovivaismo di Pistoia (7,5%). Torna positivo il risultato delle esportazioni del Polo farmaceutico toscano (+5,5%).
Tra i comparti in crisi quello della nautica di Viareggio (-31%), le calzature di Lucca (-14,3%) e il tessile e abbigliamento di Arezzo (-15,4%). Trend negativo anche per il marmo di Carrara (-5,2%).
Gli Stati Uniti continuano a essere il principale mercato di sbocco dei distretti toscani: nella prima metà del 2016 il valore delle esportazioni cresce del 13,1% verso gli Usa, nonostante il rallentamento del periodo aprile-giugno (+0,9%). Buoni i risultati in Svizzera (+12,4%).
«Nei primi nove mesi del 2016 la Toscana presenta una spaccatura nell’andamento delle esportazioni dei diversi distretti – spiega Luca Severini, direttore generale di Banca Cr Firenze e direttore regionale Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo – delineando una ripartizione che vede circa la metà dei distretti con variazioni positive e la restante componente con risultati in calo rispetto all’anno precedente. Abbiamo campioni nell’export, presenti in settori come moda e olio, che registrano risultati migliori della media italiana e si posizionano tra i primi distretti nella graduatoria nazionale delle esportazioni, ma ancora l’export toscano risente di forti variazioni, come quella del distretto della pelletteria e calzature di Arezzo, che influenza negativamente il dato complessivo, altrimenti stabile e in linea con il dato nazionale».