I vari pontieri del Pd sono entrati in azione per rendere Renzi più ragionevole e avviare almeno un colloquio con l’opposizione dem, come indicato da Michele Emiliano e Enrico Rossi. Il rottamatore ha quindi telefonto al governatore della Puglia, preferendo evitare il contatto con quello toscano.
Dopo l’intervista-appello all’unità sul Corriere della Sera e dopo giorni di contatti ridotti al lumicino, il leader del Pd è stato convinto a alzare il telefono e a contattare uno dei `rivali´, Michele Emiliano. Un colloquio arrivato dopo l’ennesimo affondo del governatore della Puglia contro il segretario Dem, paragonato a Napoleone che si appresta ad «andare incontro a delle Waterloo». Ma soprattutto la decisione di Renzi di intavolare una trattativa con il nemico sembra andare incontro a quanto richiesto implicitamente dal ministro Delrio, uno dei suoi fedelissimi, nel fuorionda del colloquio con Michele Meta. In tale conversazione il ministro dei Trasporti punta il dito contro il leader del Pd, reo, di non parlare con nessuno: «Come c…fai a non fare una telefonata in una situazione del genere?».
La richiesta delle opposizioni dem resta quella di tenere conferenza programmatica in primavera, aprire la fase congressuale a giugno per chiuderla in autunno e nel frattempo «sostenere lealmente il governo a guida Pd fino alla fine della legislatura».
Contro la scissione arriva anche la presa di posizione di Giuliano Pisapia, che fa un «auspicio da non iscritto»: a suo giudizio bisogna «evitare una scissione» nel Pd, che sarebbe «non solo un peccato, non solo una sconfitta, ma una sciagura per il Paese»
