Non è una novità che i falchi tedeschi dell’economia, con in testa il ministro Schaeuble, vanno all’attacco, quando possono, delle politiche spendaccione dei vari governi italiani. Questa volta è partito lancia in resta il governatore della Bundesbank Jens Weidmann (già aveva criticato il nostro paese), che nota come l’Italia da anni ormai ha un debito che fluttua sopra il 130% del pil. Lo ha rimarcato il più agguerrito falco della Bce da Amburgo, dove ha presenziato ad un convegno, parlando di aspettative indubbiamente deluse circa il percorso di risanamento dei conti pubblici cui si era impegnata per l’adesione all’Euro. Weidmann ha poi aggiunto che anche l’avanzo primario vantato dall’Italia non è sufficiente a determinare una permanente diminuzione del debito/pil.
Si è aggregato anche un altro severo commentatore, il governatore della banca centrale austriaca, Ewald Nowotny, altro falco della Bce. «L’Italia è l’area più sensibile dell’Unione europea», ha sottolineato il banchiere, notando che le difficoltà dei conti pubblici sono lo specchio delle difficoltà dell’economia reale poiché l’economia ha ristagnato per anni. Nowotny, tuttavia, spezza una lancia in favore del Belpaese e si rivela meno rigido del collega tedesco, affermando che è giusto ora concedere all’Italia flessibilità purché si facciano le riforme. «Il Patto di stabilita’ e di crescita va rispettato seriamente nel tempo», ha poi precisato. Il governatore austriaco ha parlato anche della politica monetaria della Bce, sottolineando che si parlerà di una revisione delpiano di acquisti di titoli (Piano QE) a metà dell’anno.