Verso un nuovo modello per i voucher. Cosa cambierà per aziende e lavoratori

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In previsione una stretta sull’utilizzo dei voucher, con l’obiettivo di rimediare agli usi distorti dei buoni ed allontanare la possibilità di un referendum abrogativo promosso dalla Cgil.

Quali saranno le possibili modifiche?

L’utilizzo dei voucher sarà limitato alle prestazioni occasionali; è doveroso ricordare, però, che anche nella versione originaria, introdotta nel 2003, i voucher erano utilizzabili solo per le prestazioni occasionali. Inizialmente con quell’espressione si faceva riferimento ai ‘lavoretti’, come il giardinaggio o la vendemmia. Adesso per rientrare tra le prestazioni occasionali bisognerà rispettare limiti ben precisi.

Il primo limite riguarderà l’orario, su cento ore di lavoro in azienda non sarà possibile pagarne sotto forma di voucher più del 10%; c’è anche chi preme per una soglia più bassa, il 5%. Un altro limite riguarda il numero di giorni consecutivi che possono essere retribuiti con i buoni: non più di 10 al mese, anche non consecutivi.

Limite anche sulla somma massima, sotto forma di buoni, che il singolo lavoratore può ricevere in un anno dalla stessa azienda; oggi è fissata a 2.000€, scenderà, probabilmente, a 1.500/1.000€. Stretta, anche, sulla somma massima, sempre sotto forma di voucher, che il singolo lavoratore può ricevere in un anno anche da più aziende; oggi è fissata a 7.000€, potrebbe tornare a 5.000€ come due anni fa.

Per il commercio in arrivo limiti meno stringenti: il limite sul monte ore potrebbe essere non del 10%  del 15%.

In caso di violazione delle regole sull’utilizzo dei voucher, per le aziende scatterà un blocco automatico, che impedirà di comprare nuovi voucher. Per il lavoratore che riuscirà a dimostrare di essere stato pagato in maniera illegittima con i voucher, potrà ottenere un contratto di lavoro stabile facendo ricorso al giudice.

E’ molto probabile che questi nuovi limiti verranno negoziati nell’ambito di una discussione parlamentare. Ed una volta cambiata la legge, sarà la Cassazione a stabilire se le modifiche superano o no il referendum. Per la decisione sarà fondamentale il parere del comitato promotore, cioè della Cgil.

Fonte Corriere della Sera

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