Oltre 600 ricercatori, dottorandi e neolaureati dell’Università di Firenze coinvolti dal 2010 nell’incubatore di Sesto Fiorentino e 44 nuovi spin off: sono i numeri presentati nel corso dell’incontro, nel capoluogo toscano, “Il ruolo dell’Università di Firenze nel trasferimento tecnologico: dialogo con il territorio”.
Un’iniziativa, dice il prorettore al trasferimento tecnologico dell’Università di Firenze, Andrea Arnone, «necessaria perché punta a connettere università e territorio, . L’incubatore di Sesto è l’esempio perfetto: è rappresentato da ragazzi che poi trovano lavoro in grandi multinazionali o che diventano imprenditori».
Secondo l’assessore regionale alla Ricerca, Monica Barni, «le università toscane sono chiamate a svolgere un ruolo fondamentale nel trasferimento tecnologico e nella crescita della capacità delle nostre imprese di innovare sia i prodotti che i processi produttivi». L’aspetto prioritario è, continua Barni, «il dialogo e la Regione intende continuare a promuovere la crescita dei distretti produttivi e delle aziende».
Tra i presenti Fondazione Cr Firenze che ha supportato diverse attività dell’Ateneo finanziando realtà come Impresa Campus e il percorso dell’Incubatore universitario fiorentino: «L’obiettivo – dicono dalla Fondazione – è avvicinare alla ricerca e allo sviluppo le Pmi del territorio».
Due le aziende modello in questo percorso, Imaginalis e Zeus, cresciute grazie alla collaborazione con i ricercatori dell’Ateneo fiorentino. Per Imaginalis, impresa di Sesto Fiorentino (nata nel 2013 come risultato di un progetto di rete di cui capofila era El.En), che si occupa di ricerca, sviluppo e produzione di tecnologie innovative nel campo dell’imaging diagnostico, il contributo di Regione Toscana e Università è stato fondamentale: «Siamo passati da un fatturato di 700mila euro nel 2013 ai 6,2 milioni nel 2015 – commenta soddisfatto il direttore generale Riccardo Grazzini -. Il 2016 si è chiuso con la stessa cifra, mentre per quest’anno prevediamo di crescere ancora e assumere personale». Per Zeus, società fiorentina che produce lieviti, il rapporto con i ricercatori è ventennale: «Produciamo 16mila tonnellate di lievito l’anno – fanno sapere dall’azienda -. Coinvolgiamo ragazzi giovani, per sfruttare al meglio le loro potenzialità tecnologiche».
