Lo Stato salva il Monte

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Il fondo da 20 miliardi di indebitamento aggiuntivo autorizzato mercoledì dal Parlamento sarà utilizzato per le ricapitalizzazioni precauzionali e per le garanzie sulla liquidità per le banche che lo chiederanno. La prima richiesta arriva ovviamente da Monte dei Paschi, che dopo aver alzato bandiera bianca sull’aumento di capitale di mercato andrà incontro alla conversione forzata dei titoli subordinati. Sono questi, scrive Il Sole 24 Ore oggi in edicola, i contenuti chiave del decreto salva-banche approvato dal consiglio dei ministri convocato ieri sera, dopo che alle 21 della sera il Monte ha comunicato che il tentativo privato si era chiuso senza successo.
Per il Monte sarà utilizzata una quota dei 20 miliardi, che servirà a permettere al Tesoro di fare quel che non ha fatto il mercato: la cessione dei crediti deteriorati del Monte e il conseguente aumento di capitale per risalire sopra la soglia chiesta dalla vigilanza della Bce. Questo, però, arriverà in una fase successiva, dopo la riscrittura del piano industriale di Rocca Salimbeni.
Il tentativo di mercato viene azzerato, e i bond subordinati sono restituiti ai titolari che avevano aderito all’offerta per la conversione volontaria. Il loro destino diventa quello della conversione forzata, e scatta quindi il burden sharing a carico degli obbligazionisti.

La rete pubblica rappresenta la premessa per la ricapitalizzazione precauzionale del Monte, che arriverà successivamente. Il Tesoro, quindi, prenderà le redini di Rocca Salimbeni per un periodo limitato, durante il quale via XX Settembre dovrà gestire la cessione delle sofferenze e il piano industriale chiamato a far tornare sul mercato un Monte reso solido dalla ristrutturazione.

Leggi anche:   12 May, 2024 09:02

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