Richiesta di aiuto del Monte, decreto del Tesoro con le garanzie sulla liquidità e nuovo Piano industriale per la ricapitalizzazione precauzionale da chiudersi in 2-3 mesi con l’ok di Bce e Dg competition. Il percorso dell’intervento pubblico che porterà il Monte dei Paschi di Siena a un rafforzamento patrimoniale da 5 miliardi collegato alla cessione (o svalutazione) dei Npls, scrive Il Sole 24 Ore oggi in edicola, è tracciato.
Il Monte chiederà un «sostegno finanziario pubblico straordinario»: il Tesoro, dopo la richiesta di ricapitalizzazione precauzionale, emanerà un decreto contenente, tra le altre cose di più ampio respiro, due interventi per il Montepaschi. Il primo intervento autorizza l’uso di garanzie su prestiti o bond e ha effetto immediato perchè serve a risolvere all’istante il problema della liquidità evidenziato dalla Bce, nodo che non aveva consentito la concessione della proroga al 20 gennaio per l’operazione di mercato. In questo modo l’istituto potrà sforare la scadenza del 31 dicembre, entro la quale l’operazione di mercato avrebbe dovuto portare a casa l’aumento di capitale da cinque miliardi.
Il secondo intervento per il Monte non effettua l’aumento di capitale ma è propedeutico alla finalizzazione della ricapitalizzazione precauzionale, in quanto allestisce un fondo con potenza di fuoco fino a 20 miliardi per questo tipo di soccorso.
Il percorso della ricapitalizzazione precauzionale si articola in più fasi. Il primo passo è dato dalla stesura di un nuovo piano industriale, il cui obiettivo resta quello di un rafforzamento patriomoniale e di un bilancio ripulito dalle sofferenze. Una procedura che ha tempi lunghi, tra i due e i tre mesi. Entro questo arco di tempo il Montepaschi dovrà ottenere il disco verde della Bce sul nuovo piano industriale mentre il governo riaprirà le trattative con Bruxelles e soprattutto con la Direzione Generale sulla concorrenza, per convalidare la compatibilità dell’intervento pubblico con la normativa Ue sugli aiuti di Stato.
