Protesta dei sindacati di categoria perché, nel corso della discussione dei provvedimenti, sono stati rigettati dal Governo molti dei pareri offerti dal Parlamento di modifica del provvedimento di riforma delle Camere di commercio. Un ennesimo atto di superbia da parte dell’esecutivo governo, e in particolare del Mise che nel corso di questi mesi non ha ritenuto di incontrarci, che sottende un pesante e pericoloso sgarbo istituzionale e che, soprattutto, svela il disegno dietro questo provvedimento: non si tratta di una riforma ma di una vera e propria contro riforma col solo obiettivo di smantellare il sistema camerale. E’ il giudizio duro di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl sul provvedimento delle Camere di commercio varato ieri dal Cdm di attuazione della riforma Madia.
Dal testo del decreto legislativo di riforma delle Camere di commercio, approvato ieri dal Consiglio dei ministri in secondo esame preliminare, proseguono Cgil Cisl e Uil di categoria, si evince chiaramente come l’intento del governo non sia quello di riformare e rilanciare il sistema camerale, esigenza da noi condivisa, ma di dismetterlo.
Un provvedimento che, rilevano i sindacati, nonostante i pareri offerti dalle commissioni e dagli enti interessati, si conferma sbagliato e che non determina alcuna prospettiva positiva non solo per i lavoratori coinvolti ma per i territori e il bisogno che in questi si rilanci lo sviluppo e la crescita.
Quello di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl è un giudizio netto e per questo rilanciano la dura mobilitazione di tutto il personale delle Camere di commercio perché il decreto nei suoi prossimi passaggi cambi radicalmente.
Il governo, concludono i sindacati, «deve tornare sui suoi passi e recepire le proposte che abbiamo fatto, e che il Parlamento ha accolto, a partire dalle necessarie misure di salvaguardia dei livelli occupazionali».