Pensioni, Ape: occorrono 30 anni di contributi e non 20

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apeParte male l’incontro tecnico (ulteriore) fra sindacati e governo, dedicato in gran parte al regime della pensione anticipata. Questo il severo giudizio della Cgil: «30 anni per Ape social? Il governo Renzi si rimangia la parola data (erano 20 anni di contributi) Sono inaffidabili». Così Massimo Gibelli, portavoce del leader Cgil Susanna Camusso, attacca il governo in un tweet diffuso dopo il tavolo tecnico sindacati-governo sul dossier pensioni. «Il governo Renzi si rimangia la parola: 30 anni di contributi invece di 20 per Ape social. Gli antibiotici a Matteo Renzi non fanno effetto», attacca in un altro tweet la Cgil.

APE – Comunque è stato affermato che la formula dell’anticipo di pensione finanziato da un prestito (Ape) partirà il 1° maggio. Lo ha comunicato il governo ai sindacati. Il tetto per ottenere l’anticipo senza penalizzazioni sarà di 1350 euro di reddito personale mensile lordo. Le misure saranno inserite nella legge di stabilità. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini conferma lo stanziamento di 1,5 miliardi nel 2017 e 1,6 nel 2018 per complessivi sei miliardi nel triennio.

APE SOCIAL – Per accedere all”Ape agevolata sarà necessario avere almeno 36 anni di contributi complessivi se si rientra nelle categorie dei lavori gravosi (gli ultimi sei dei quali effettuati nell’attività gravosa) e 30 anni se si è disoccupati, disabili o parenti di primo grado conviventi di disabili per lavoro di cura. Lo spiega la Cgil. I sindacati chiedono di ridurre questo livello. Il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, dopo l’incontro a palazzo Chigi riferisce inoltre che «la cosiddetta Ape Social si potrà chiedere se si ha una soglia di reddito compresa fino a 1350 euro lordi. Il lavoratore non paga niente, interviene lo Sato». I sindacati chiedono, però, che tale livello sia alzato. Nelle intenzioni del governo – ha riferito ancora Proietti – la rata di rimborso per l’Ape volontaria sarà del 4,5 o 4,6%.

All’Ape sociale potranno accedere anche le maestre della scuola dell’infanzia, lavoratori edili, macchinisti, infermieri di sala operatoria; o beneficiari dovranno aver maturato 30 anni di contributi in questi mestieri se disoccupati e 35 anni se attivi. «Abbiamo chiesto di ampliare la platea – ha riferito Proietti – e di limare gli anni di contributo». Il sindacalista si è detto invece soddisfatto di quanto ottenuto per i lavoratori precoci: chi ha cominciato a lavorare prima dei 19 anni e ha 41 anni di contributi, se disoccupato e se ha svolto lavori faticosi potrà andare in pensione. Eliminata la penalizzazione per chi è uscito dal lavoro prima dei 62 anni.

 

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