Pensioni: nuovi ricorsi contro il blocco della perequazione. Il giudice di Torino rimanda gli atti alla Consulta

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inps-640Dopo Palermo e Milano, altri giudici riconoscono la questione di costituzionalità del decreto sulle pensioni del governo, mentre si moltiplicano i ricorsi dei pensionati contro il blocco della perequazione disposto dal governo.

TORINO – Il giudice del lavoro di Torino Mauro Mollo ha accolto il ricorso di un pensionato iscritto alla Uilp, che si era visto negare la rivalutazione della propria pensione così come milioni di altri pensionati italiani, da una norma del governo Monti. Il tribunale torinese ha riconosciuto elementi di incostituzionalità nel provvedimento (il numero 65 del 2015) emanato dal governo Renzi, adottato dopo il pronunciamento con cui la Corte Costituzionale (il numero 70 del 2015) ha dichiarato incostituzionale il blocco della rivalutazione effettuato dal governo Monti.

Il ricorso accolto rinvia alla Corte Costituzionale gli atti affinché si esprima in via definitiva sulla costituzionalità del decreto del governo Renzi. “L’ordinanza accoglie tutte le argomentazioni presentate e svolte nel nostro ricorso relative alla legittimità costituzionale dei blocchi operati e in particolare quella relativa alle pensioni superiori a 6 volte il minimo Inps – dice Lorenzo Cestari, segretario generale Uilp Piemonte – tali fasce di reddito hanno subito il blocco integrale della perequazione dal lontano 2012 ad oggi, oltre a tutti i pensionati che percepiscono una pensione da 3 volte a 6 volte il minimo Inps, i quali hanno avuto una riduzione superiore al 50% della perequazione dovuta. Ora attendiamo il pronunciamento dei tribunali di Alessandria, Cuneo e di altre sezioni del tribunale di Torino dove sono all’esame altri ricorsi”.

GROSSETO – Ma anche i toscani si fanno valere. Dopo i vari ricorsi presentati a Firenze, Arezzo e in altre città anche cinquanta grossetani si sono rivolti al giudice del lavoro per chiedere la perequazione delle pensioni ricevute. Il problema, come noto, è il blocco della perequazione di queste pensioni (quelle di importo superiore a tre volte il trattamento minimo Inps) per il 2012-2013 deciso a suo tempo dal ministro Fornero. Il 30 aprile 2015 la Corte costituzionale aveva dichiarato illegittimo il blocco ma il governo, poco dopo, lo aveva ripristinato (decreto Renzi-Poletti) stabilendo una rivalutazione parziale e retroattiva solo dei trattamenti ricompresi tra 3 e 6 volte il minimo Inps e sostanzialmente confermando il blocco biennale sui trattamenti superiori a 6 volte il minimo Inps.In sostanza, vengono reclamati l’aumento mensile maturato nel biennio 2012-2013 (5-6% della pensione) e gli arretrati dal 1° gennaio 2012 per un importo complessivo equivalente a oltre due mensilità.

Vedremo se anche il giudice del lavoro di Grosseto si adeguerà alle pronunce intervenute in molti altri tribunali d’Italia.

 

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