La Toscana non è terra di mafia. Il prefetto Giuffrida corregge il tiro

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giuffrida1Avevano destato perplessità le prime dichiarazioni del nuovo procuratore generale Marcello Viola che, all’atto del suo insediamento, aveva messo in guardia la Toscana dal pericolo mafioso. Riteniamo anche noi che esistano possibilità e segnali di infiltrazioni della criminalità economica, ma che forze dell’ordine e magistratura siano in grado, come lo sono state finora (ricordiamo l’opera di due esimi magistrati, Piero Vigna e Gabriele Chelazzi), di prevenire e reprimere queste infiltrazioni. Tanto più che, nelle relazioni dei procuratori della repubblica di Firenze degli ultimi anni, si era posto l’accento sulla presenza di mafie straniere (cinese e albanese) più che nostrane.

Adesso sul tema interviene autorevolmente il prefetto di Firenze Alessio Giuffrida, che ha una consolidata esperienza toscana essendo stato per tre anni prefetto di Lucca, prima di approdare a Cagliari e poi a Firenze. Nel corso di un convegno regionale sulla sicurezza Giuffrida ha affermato: “La Toscana non può definirsi ‘terra di mafia’, anche se vi sono evidenze di tentativi di infiltrazioni da parte di organizzazioni criminali. Pur in assenza di conclamate ‘reti mafiose’ nella nostra regione – ha aggiunto – è assolutamente basilare controllare costantemente il territorio per evitare che sintomi di criminalità organizzate penetrino nel nostro tessuto produttivo e sociale. Ciò richiede un’ancor più forte attenzione e un’azione finalizzata e tempestiva da parte di tutti gli attori a tutela della legalità”.

Dunque il prefetto ha tenuto a non sottovalutare, ma nel contempo a non esaltare il pericolo mafia a Firenze e in Toscana, valutando il fenomeno per quel che risulta dall’attività e dalle informazioni in possesso delle prefetture e delle forze della sicurezza. Le Autorità preposte avranno comunque modo di esaminare ulteriormente la situazione in occasione delle periodiche riunioni regionali delle Autorità di pubblica sicurezza, alle quali è normalmente invitato anche il procuratore generale.

 

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