Siena: solo il 24,3% dei ‘millennials’ si ritiene cittadino europeo, il 30,9% poco, il 44,8% per niente

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le proteste degli anti euroIl 44,8 per cento dei giovani nati tra il 1980 e il 2000, ancora non si sente pienamente cittadino europeo, il 30,9% poco o per niente e solo il 24,3% ritiene di esserlo. E’ uno dei dati che emerge dal questionario realizzato in vista del primo “European Millennials Festival”, organizzato dall’Università di Siena in collaborazione con il Miur, in programma a Siena dal 30 settembre al 1 ottobre. Al sondaggio hanno risposto 2.336 giovani, (65,2% donne e 34,8% maschi), di 9 Paesi europei (Italia, Gran Bretagna, Portogallo, Spagna, Germania, Olanda, Bulgaria, Grecia e Danimarca).

Il 72,17% di loro ha un grado di istruzione universitaria, l’8,3% post-universitaria e il 19,5% di secondo grado. Hanno invece le idee chiare (1.967, 84,2%) sul fatto che la Brexit possa essere un’opportunità per iniziare una riflessione sull”Unione Europea, e solo per il 15,8% è invece l’inizio della fine dell’Ue. E sempre per una larga maggioranza (65,4%) l”eventuale vittoria del Sì al prossimo referendum costituzionale non produrrà effetti positivi all’Europa che, al contrario ci saranno per il 34,6% (808) di loro.

La maggioranza dei giovani della generazione Y (45,8%) ha un atteggiamento favorevole al flusso migratorio verso l’Europa ma per il 42% “va contenuto”, il 5,1% accetterebbe solo i rifugiati e il 7,1% si dice sfavorevole. Giustizia (45,9%) e solidarietà (52,5%) i caratteri distintivi ancora trascurati dall’Ue (per il 24,6% un altro problema è la parità tra uomini e donne). Uguaglianza (60,2%), rispetto dei diritti umani (47,1%) democrazia (41,5%) e dignità umana (40,4%) i valori fondanti dello Statuto dell’Unione ancora più trascurati secondo i giovani. Tra gli Stati che vorrebbero entrare nell’Ue, il 60,1% sarebbe pronto ad accogliere l’Albania e il 46,8% il Montenegro.

In una scala da 0 a 10 per il 62,9% dei giovani intervistati il livello di digitalizzazione dell’Europa è compreso tra 5 e 8. La maggioranza dei 2.336 giovani intervistati (50,4%) sarebbe disposto a modificare le sue abitudini di consumo alimentare verso prodotti più sostenibili, anche se solo il 36,2 per cento conosce il numero degli obiettivi di sviluppo sostenibile: per il 13,8% l”educazione di qualità equa e inclusiva per tutti è il più importante, seguito dall”obiettivo di porre fine alla fame raggiungendo la sicurezza alimentare.

Su queste domande e risposte si confronteranno i 100 giovani provenienti da 28 Paesi europei che da venerdì discuteranno a Siena, dove si incontreranno proprio per capire quale sarà il loro futuro.

 

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