Economia, legge stabilità: il governo a caccia di 10 miliardi per rispettare gli impegni presi

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Pier Carlo PadoanPensioni, spinta agli investimenti, sia pubblici che privati, risorse per le fasce deboli. E tasse che non solo non aumenteranno, visto lo stop alle clausole di salvaguardia, ma che continueranno a scendere, per ora sulle imprese, come ha ribadito Matteo Renzi. Approvato con la nota di aggiornamento al Def il nuovo quadro macroeconomico, il governo ora riprende la ”caccia” ad almeno 8-10 miliardi da aggiungere alla ”nuova flessibilità” per sisma e migranti, che consentano di mettere in campo una manovra che rilanci la crescita.

La scelta del deficit ”bifronte”, per ora fissato al 2% ma che potrà salire fino al 2,4% in corso d’opera, è fatta, ha assicurato il ministro dell”economia Pier Carlo Padoan, “nel pieno rispetto” delle regole europee. Si tratta di un margine che è indispensabile per comporre la prossima legge di Bilancio, visto che oltre la metà delle risorse che il governo conta di sfruttare (la manovra oscilla tra i 20 e i 25 miliardi) serviranno a sterilizzare gli aumenti di Iva e accise per 15 miliardi. In totale tra vecchia e nuova flessibilità l”esecutivo ha messo in conto di avere circa 13 miliardi di deficit (0,4 punti già accordati in primavera, altri 0,4 da utilizzare previa autorizzazione del Parlamento) cui però andranno aggiunte maggiori entrate, e minori spese per, appunto, altri 8-10 miliardi.

Tra le nuove entrate potrebbero essere cifrati circa 2 miliardi aggiuntivi di lotta all”evasione, in particolare sull’Iva, almeno un miliardo e mezzo dalla seconda tranche della voluntary disclosure e alcune altre voci come un anticipo di asta frequenze (che, secondo prime indiscrezioni, potrebbe fruttare fino al massimo un miliardo). Altre risorse potrebbero venire dai giochi e, forse, da una nuova edizione più favorevole per i contribuenti della rottamazione delle cartelle di Equitalia, che consenta di non pagare le sanzioni anche per chi sceglie di rateizzare i propri debiti arretrati. Una misura che, certo, nel medio periodo va coperta per le minori entrate ma che, nell’immediato, si conta possa aumentare la compliance anche di chi finora è stato contribuente infedele e consapevole, visto che ha già ricevuto la famigerata ”cartella Equitalia”. Altro capitolo da cui recuperare risorse sarà la spending review. La ”dote” ancora non è ben definita. Di sicuro ci sarà un contributo della Consip, che già quest”anno, stando alle prime stime, ha fatto risparmiare alla P.a. 600 milioni in più del target di 1 miliardo indicato nell”ultima legge di Stabilità. Per il prossimo anno l”obiettivo da raggiungere tramite Consip potrebbe oscillare tra 1 e 2 miliardi, cui si aggiungeranno i risparmi ottenuti anche dalle altre centrali di acquisto. Anche i ministeri dovranno rimettersi a dieta (con riduzioni di spesa che, probabilmente, ricorderanno molto da vicino i vecchi ”tagli lineari”) e, ancora una volta, anche la sanità dovrà fare la sua parte, sacrificando almeno uno dei due miliardi di aumento del Fondo previsti per il prossimo anno. Un minore aumento che però, viene spiegato, potrebbe essere in parte compensato dai risparmi sul fronte degli acquisti, che il prossimo anno dovrebbe andare a regime in particolare sulle forniture sanitarie.

 

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