Lavoro e pensioni: accordo siglato fra governo e sindacati. Interventi per 6 miliardi in tre anni. Il testo sarà recepito nella legge di stabilità

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Il governo e i sindacatiGoverno e sindacati hanno firmato il verbale di accordo sulle modifiche al regime pensionistico da introdurre nella legge di stabilità. A firmare il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il sottosegretario alla presidenza, Tommaso Nannicini e i leader Cgil Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Quanto alle risorse – che costituivano il nodo più intricato della trattativa – il governo ha messo in bilancio un pacchetto complessivo in tre anni di 6 mld di cui 1,5 mld nel 2017 che dunque aumenterà progressivamente negli anni all’aumentare delle platee dei beneficiari.

“Un verbale che sintetizza un lavoro importante”, commenta al termine Poletti. Con il verbale si individua in sostanza la road map che porterà l’esecutivo ad introdurre la possibilità di andare in pensione di vecchiaia con 3 anni e 7 mesi di anticipo attraverso il prestito pensionistico (Ape), ad erogare la 14esima alle pensioni basse, estendendone la platea precedentemente individuata, ad elevare la no tax area, a prevedere i ricongiungimenti contributivi pro quota gratuiti e a includere i lavoratori precoci e quelli usuranti in questo nuovo percorso di anticipo pensionistico. Ma il documento, come annota Poletti “fotografa le condivisioni ma anche le diversità espresse nel corso del confronto”.

Per questo è stata al momento rinviata ad un approfondimento, l’individuazione delle platee dei beneficiari dell’ape agevolata, il prestito ‘gratuito’ previsto per alcune categorie di lavoratori disagiati, e quella dei lavoratori precoci a cui poter consentire di andare in pensione con 41 anni di contribuzione. “Da domani comunque riprendiamo il lavoro”, dice Nannicini, che ribadisce come l’obiettivo finale sia la legge di stabilità. Nelle intenzioni del governo e dei sindacati anche la volontà di dare il via, una volta chiuso il capitolo legge di stabilità, ad una Fase 2 del confronto: su tavolo la riforma del sistema di calcolo contributivo, per renderlo piu equo e flessibile e dare una risposta sopratutto ai giovani con redditi bassi e discontinui e lo sviluppo della previdenza integrativa.

Ecco i punti principali del verbale di accordo firmato da governo e sindacati sulle pensioni.

1. Ape: è la possibilità volontaria di lasciare il lavoro a 63 anni , 3 anni e 7 mesi prima della pensione di vecchiaia grazie ad un anticipo pensionistico che il lavoratore stipulerà con l’Inps. Il prestito sarà ammortizzato con rate ventennali sulla pensione. La sperimentazione durerà due anni in caso di decesso il soggetto il capitale residuo sarà rimborsato dall’assicurazione con la quale si è stipulata la polizza sulla premorienza e quindi non si rifletterà sulla reversibilità o sugli eredi.

2. Ape agevolata o social: è l’anticipo pensionistico previsto a totale carico dello stato per alcune categorie di lavoratori in stato di bisogno. Tramite la definizione di bonus fiscali aggiuntivi o di trasferimenti monetari diretti, sarà infatti loro garantito un ‘reddito ponte’ interamente pagato dallo Stato per un ammontare prefissato. La platea e l’ammntare del reddito saranno definite in un successivo incontro tra governo e sindacati.

3. Ape e imprese: nel caso di accordi sindacali le aziende, per governare i processi di turn over, possono sostenere i costi dell’Ape per quei lavoratori che hanno maturato i requisiti.

4. 14esima mensilità: quattordicesima mensilità in arrivo anche per i pensionati con redditi fino a due volte il minimo, circa 1000 euro mese e aumento dell’importo per la 14esima già in vigore per redditi fino a 1,5 volte il minimo. La platea passa così da 2,1 milioni a 3 mln e trecento mila.

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5. Lavoratori precoci: si mira a rendere possibile il pensionamento anticipato per chi ha iniziato a lavorare molto giovane , cioè per tutti quelli con 12 mesi di contributi legati al lavoro effettivo anche non continuativo prima del compimento del 19esimo anno di età. l’intervento mira a eliminare le penalizzazioni sul trattamento pensionistico previste dalla Fornero in caso di accesso al pensionamento anticipato prima dei 62 anni di età e consentire il pensionamento con 41 anni di contributi per i precoci disoccupati senza ammortizzatori sociali o in condizione di disabilità o per quelli occupati in alcune attività particolarmente gravose.

6. Lavori usuranti: ai lavoratori coinvolti si consente l’anticipo del pensionamento di 12 o 18 mesi eliminando le finestre di uscita previste dalla Fornero; l’accesso alla pensione anticipata potrà avvenire se si è svolta un’attività usurante per almeno 7 anni negli ultimi 10 o per un numero di anni paro alla metà dell’intera vita lavorativa. per loro si elimina l’adeguamento dei requisiti alla lavorativa. per loro si elimina l’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita dal 2019.

7. No tax area: aumento della no tax area con detrazioni d’imposta per i pensionati con piu’ di 74 anni fino a 55 mila euro che sarà così uniformata a quella dei lavoratori dipendenti pari a 8125 euro.

8. Ricongiunzione gratuita: sarà possibile cumulare tutti i contributi previdenziali maturati in gestioni pensionistiche diverse, ivi inclusi i periodi di riscatto della laurea, senza oneri. L’assegno pensionistico sarà calcolato pro-rata con le regole di ciascuna gestione.

9. Rita: è la rendita integrativa temporanea anticipata. E si concede al lavoratore che ha maturato un montante in un fondo integrativo ma che vi deve attingere prima dell’età di pensionamento per poter usufruire di una rendita temporanea per il periodo che manca alla maturazione del diritto alla pensione. Tale opportunità sarà agevolata fiscalmente con una tassazione inferiore a quella attualmente prevista per gli anticipi e pari a quella prevista sulla pensione complementare erogata a rendita.

CAMUSSO – Perfino la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, si è dichiarata moderatamente soddisfatta, pur continuando a mantenere riserve sul prosieguo della trattativa, in particolare sull’Ape. “Ci sono ipotesi condivise e ipotesi non condivise. E’ stato raggiunto verbale sintesi del confronto siglato perché i testi si devono mantenersi nel tempo come convenuto”. Quanto alle risorse pari a 6 mld in tre anni osserva: “avremmo voluto di più ma cominciamo da qui a costruire un cammino che è iniziato”. In particolare “la cosa non condivisa si chiama Ape, tutta”, ha sottolineato spiegando che la questione delle platee oltre le quali partirà il decalage delle penalizzazioni sulla pensione anticipata e’ stata rinviata e ” sarà oggetto giudizio”.

RENZI – Non più tardi di ieri Renzi aveva proclamato che le leggi, riferendosi alla legge di bilancio, si fanno in parlamento e non con i sindacati. Il che è vero, ma il metodo della concertazione, che anche lui ha obtorto collo accettato, è servito a far siglare quest’importante accordo, che pone le basi per lo sviluppo della legge di stabilità in due settori fondamentali come lavoro e pensioni.

 

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