Opera di Firenze: Zubin Mehta dirige l’Orchestra del Maggio nella Terza di Mahler

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zubin-mehta-2-foto-simone-donati-940x440-604x283Reduci da un’interpretazione memorabile (giovedì 8 settembre) della Sesta sinfonia di Gustav Mahler, Zubin Mehta e l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ne eseguiranno la Terza sabato 10 settembre, sempre all’Opera di Firenze.

Per la Sinfonia n. 3 in re minore in sei tempi per contralto, coro femminile, coro di bambini ed orchestra ci saranno anche il Coro e il Coro di voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino, mentre la voce solista sarà il mezzosoprano Okka von der Damerau.

Mahler tracciò i primi abbozzi della Terza Sinfonia nell’estate del 1893 e continuò a lavorarci nelle estati del 1895 e del 1896, mentre era in villeggiatura a Steinbach sull’Attersee, dove si ritirava a comporre in solitudine (nel resto dell’anno il suo lavoro principale, ovvero quello di direttore d’orchestra e di teatro, non gli lasciava sufficiente agio). La prima esecuzione della Terza, nel 1902, fu diretta dallo stesso Mahler. Per temi poetici l’opera è piuttosto omogenea alla Seconda Sinfonia e alla Quarta; con la seconda condivide, superandole, le dimensioni gigantesche. La Terza è la più lunga: la sua durata può variare, a seconda degli interpreti, dall’ora e mezza all’ora e quaranta minuti.

Con con la Terza sinfonia, densa di significati extramusicali, Mahler volle delineare una sorta di cosmogonia, un grande abbracciando tutti gli stadi dello sviluppo della vita in ordine progressivo: dalla natura inanimata alla vita vegetale, a quella degli animali, all’uomo, e su su fino agli angeli e all’amore di Dio. Ai movimenti furono in origine associati dei titoli parlanti: I. Pan si sveglia: arriva l’estate; II. Ciò che i fiori del prato mi dicono; III. Ciò che mi dicono gli animali del bosco; IV. Che cosa mi racconta la notte (l’uomo, fase in cui entra la voce di contralto: sopra una quinta di contrabbassi e violoncel­li, si staglia il “Canto di mezzanotte” da Così parlò Zarathustra di Nietzsche); V. Che cosa mi raccontano le campane del mattino (gli angeli: qui il contralto interpreta l’uomo penitente, mentre gli angeli sono il coro di ragazzi e il coro femminile, il tutto ritmato da campane su cui le voci bianche fanno rimbalzare gli onomatopeici «bim, bam, bom, bam»; forse il punto più alto di tutta la sinfonia, anche se nelle intenzioni dell’autore il vertice si dovrebbe raggiungere coi saslti di quarta ascendente del sesto tempo, volti a simboleggiare «la sommità, il più alto livello dal quale si può ammirare il mondo», come scrisse); VI. Quello che l’amore (Dio) mi racconta.

Le didascalie, date al pubblico della prima esecuzione, sparirono dalle edizioni della sinfonia, ma restano un’utile traccia per decrittare le intenzioni di Mahler nel comporre questo meraviglioso affresco, che alla prima esecuzione mandò in delirio gli ascoltatori fin dalle prime battute (stando al racconto di Alma Mahler, dopo il primo tempo Richard Strauss si fece avanti sotto il podio e applaudì ostentatamente).

Zubin Mehta e l’Orchestra del Maggio, nell’eseguire la Sesta sinfonia giovedì 8, hanno dimostrato che in questo momento Mahler è perfettamente nelle loro corde; c’è da prevedere un’interpretazione emozionante. Tra i motivi per non perdere l’occasione di verificarlo, va incluso il fatto che poi per molti mesi Zubin Mehta non salirà sul podio dell’Opera di Firenze (tornerà soltanto il 24 aprile 2017, per l’inaugurazione dell’80° Maggio Musicale Fiorentino).

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Opera di Firenze (Piazzale Vittorio Gui, 1 / Viale Fratelli Rosselli)

Sabato 10 settembre, ore 20

Orchestra, Coro e Coro di voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino diretti da Zubin Mehta

Gustav Mahler, Sinfonia n. 3 in re minore
I Kräftig entschieden
II Tempo di Menuetto
III Comodo (Scherzando)
IV Sehr langsam – Misterioso
V Lustig im Tempo und keck im Ausdruck
VI Langsam – Ruhevoll – Empfunden

Biglietti da 10 a 80 euro in vendita anche online sul sito dell’Opera di Firenze

 

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