Pranzi e cenoni di Natale: dopo la Festa si riciclano gli avanzi. La polpetta regina della tavola

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Al tempo dei nostri nonni era normale usare gli avanzi in cucina per preparare altre pietanze; non si buttava via niente o quasi e tutti i cibi venivano utilizzati in modi alternativi. Oggi, spesso, una quantità non piccola di alimenti finisce nella spazzatura, anche se sono ancora commestibili e in buono stato. È stato stimato che ogni anno il 30% del cibo prodotto nel mondo viene sprecato, per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate, quantità che sarebbe sufficiente a sfamare la popolazione mondiale che soffre la fame.

Tale abitudine sta modificandosi in questo periodo di crisi. visto che si nota la tendenza a ridurre gli sprechi, non solo di danaro, ma anche di cibo. Una buona parte degli italiani che ha celebrato il Natale con cenoni e pranzi è stata attenti riutilizzare quanto avanzato alla fine del giorno di festa.

Infatti in quasi otto case su dieci (77%) si riciclano a tavola gli avanzi di cenoni e pranzi di Natale che vengono riutilizzati in cucina anche per una crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi per motivi economici, etici e ambientali. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè dalla quale si evidenzia che solo nel 9% delle famiglie non avanza niente mentre il 2% dona in beneficenza e l’1% dichiara di buttare gli avanzi nel bidone. Ma c’è anche un 11% che ha messo le pietanze non consumate nel freezer per riutilizzarle prossimamente.

Con il record di una media di 2,8 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti, secondo la Coldiretti gli Italiani hanno speso a tavola quasi 2,7 miliardi di euro per i cibi e le bevande consumati tra la cena della vigilia e il pranzo di Natale tra pesce e le carni compresi i salumi (950 milioni), spumante, vino ed altre bevande (550 milioni), dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria (300 milioni), ortaggi, conserve, frutta fresca e secca (550 milioni), pasta e pane (200 milioni) e formaggi e uova (190 milioni).

Un’abitudine antica, ma molto diffusa anche oggi, è l’uso degli avanzi per creare nuovi piatti. Regina assoluta della cucina degli avanzi infatti è la polpetta, che consente il riutilizzo degli alimenti più disparati, con combinazioni variegate di gusti e di sapori. La polpetta costituisce la vera radice della cucina povera, potendo sposare varianti infinite. Può essere di carne, pesce, uova, formaggi e verdure, con un’altrettanta varietà di forme: piccola, grande, rotonda, schiacciata. Come pure diversi sono modi di cucinarla: al forno, fritta, bollita, al sugo.

Pellegrino Artusi, l’esperto più conosciuto in materia di cucina, la nomina ne La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene, sottolineandone la semplicità: “Non crediate che io abbia la pretensione di insegnarvi a fare le polpette. Questo è un piatto che tutti lo sanno fare cominciando dal ciuco”. Insomma si tratta di un piatto povero, ma che nei secoli è stato in grado di rinnovarsi e di adattarsi alle diverse epoche.

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