Il tifo per il calcio fa aumentare il rischio d’infarto. Uno studio per i mondiali del Qatar

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Il tifo per la squadra del cuore fa rischiare l’infarto. Lo rivela uno studio fatto in occasione dei mondiali di calcio in Qatar, commentato da Maria Grazia Ardito sull’Agenzia Agipress il 22 dicembre scorso. Ecco l’interessante analisi:

“Archiviati i mondiali di calcio 2022, per la FIFA si guarda già al futuro. Per gli argentini è ancora tempo di festeggiare la coppa conquistata, per i francesi è tempo di malinconia, per i tifosi di tutto il mondo arriva il riposo. L’Italia non c’era, non ha superato le selezioni per la qualificazione, ma non tutti i mali vengono per nuocere. Almeno secondo quanto raccontano i cardiologi che raccomandano sempre di guardare il calcio ma senza stress emotivo, per ridurre i rischi cardiologici.

Lo illustra bene la revisione sistematica di uno studio, realizzata dal Dipartimento di Medicina di Comunità dell’Hamad Medical Corporation di Doha (Qatar) e dall’Università del Cairo, pubblicata sulla rivista Vascular Health and risk Management, in occasione dei mondiali di calcio in Qatar, realizzata proprio per identificare strategie utili a proteggere il cuore dei tifosi durante la competizione. È stata analizzata la relazione tra lo stress emotivo sperimentato dalle persone durante le partite di calcio e il rischio di eventi cardiovascolari.

Lo studio ha dimostrato che possono aumentare anche del 30% il rischio di infarto, di ricoveri per sindrome coronarica acuta e anche la probabilità della sindrome di Takotsubo (o sindrome del cuore spezzato) che è in gran parte simile all’infarto, ma in assenza di coronaropatia ostruttiva. Mentre se lo stress da tifo è assente, ritrovarsi con gli amici e guardare una partita senza la pressione del risultato può rivelarsi un toccasana per il cuore grazie alla condivisione di momenti di socialità e convivialità.

“Le emozioni intense, specialmente quelle negative, e lo stress da partita possono innescare problemi cardiaci durante le ore successive, perché sono circostanze in cui si registra una tempesta neuro-ormonale che sarebbe la causa principale della forte pressione, a cui attraverso l’azione del sistema nervoso simpatico viene sottoposto il cuore. Al punto da non poter essere in grado, nei casi più gravi di pompare il sangue alla periferia – spiega Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italian Cardiologi (SIC) e Direttore della Scuola di Sperimentazione in Malattie Apparato cardiovascolare dell’Università Federico II di Napoli. Dai cardiologi arrivano quindi le raccomandazioni ai grandi tifosi per proteggere il cuore: no al fumo, sì a una dieta sana, al movimento e a un numero sufficiente di ore di riposo.

Sono stati numerosi gli studi che negli ultimi anni hanno dimostrato questa nefanda relazione e un lavoro pubblicato lo scorso settembre sulla rivista Fronties in Cardiovascular Medicine ha evidenziato un aumento dei casi di sindrome di Takjotsubo tra gli italiani, durante la competizione europea del 2021, così come avvenne per i mondiali in Germania del 2006. “I cardiologi hanno confrontato i tassi di ospedalizzazione registrati nei reparti di 49 ospedali italiani, durante i 20 giorni degli Europei, con quelli relativi a un periodo precedente di analoga durata, e ai due giorni successivi alla finale tra Italia e Inghilterra – spiega Ciro Indolfi Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Emodinamica dell’Azienda Ospedaliero Università Mater Dpmini di Catanzaro – “nei giorni delle gare e in quelli successivi alla semifinale e alla finale, gli specialisti hanno registrato un aumento dei casi di sindrome Takotsubo, 18 rispetto ai 13 del periodo precedente, con prevalenza al nord (69%) e in maggior parte tra le donne (70%) con età media generale di poco superiore ai 60 anni”.

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Attenersi quindi ai consigli degli esperti è salvaguardare la nostra salute: partite di calcio in competizioni internazionali sì, ma in clima conviviale. Poco fumo, cibo sano, tanto movimento e riposo adeguato, sono i toccasana per tenerci da conto il cuore”.
Un’indicazione utile per tutti i supporters dei nostri club, che farebbero meglio a seguirla. Prevenire è meglio che curare dopo.

Paolo Padoin, articolo pubblicato su Toscnews

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