Casa Italia: Renzi, sul progetto chiedo l’unità nazionale, è per il bene dei nostri figli

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renziDopo aver discusso di economia e terremoto anche con Angela Merkel, e aver trovato l’appoggio della cancelliera per una benevola considerazione delle spese relative in Europa (ma resta ancora indefinita la posizione della Commissione Ue) Renzi torna a parlare di politica interna e comincia proprio dal progetto d’interventi per sistemare il territorio e i fabbricati che lui ha definito ‘Casa Italia’. E su questo chiama le forze politiche all’unità: «Litighiamo sul Jobs Act, sulle riforme, litighiamo su tutto. Ma sul progetto ‘Casa Italia’, che riguarderà due generazioni, possiamo fare un grande patto nazionale? Spero che le forze politiche lo accolgano, sono sicuro che i cittadini lo accoglieranno». Ha annunciato un suo prossimo incontro col rettore del Politecnico di Milano, per coinvolgere i migliori a gestire Casa Italia.

Dopo il sisma «ci sono tre grandi temi. L’emergenza, e l’abbiamo affrontato grazie a una straordinaria reazione di tutta l’Italia che ha mostrato il volto più bello. Il secondo è la ricostruzione, e noi abbiamo scelto l’esperienza emiliana: Errani è il commissario alla ricostruzione per ricostruire ‘dov’era, com’era’. C’è un terzo punto, di cui si parla poco, su cui possiamo fare un grande lavoro: è il tema della prevenzione. Vorrei chiedere a tutte le forze politiche, alle associazioni: dobbiamo diventare i più bravi. Dovremo sempre fare i conti con la natura, ma se facciamo gli interventi per il dissesto l’Italia cambia. E’ il progetto Casa Italia su cui vorrei coinvolgere tutti i cittadini e le forze politiche. Ci sono tanti argomenti su cui litigare, su questo possiamo remare tuti nella stessa direzione?».

Quanto al tema del finanziamento del progetto e della flessibilità europea per le spese ad esso relative, per Renzi «il tema oggi è controllare i soldi. Abbiamo nella mente immagini scandalose di polemiche e tangenti. I soldi ci sono: per il dissesto, le bonifiche, il bonus antisismico, gli interventi leggeri di manutenzione, di ‘rammendo’, ci sono. Poi se mancano si prendono utilizzando tutte le flessibilità europee, le clausole eccezionali: non mi preoccupa questo. Prima di ragionare di nuovi soldi, che se c’è bisogno prendiamo, possiamo dire come li spendiamo, con interventi che davvero servono? Non farò annunci roboanti sulle cifre, ma i soldi che servono ce li prendiamo perché sulla tutela della scuola dei miei figli non guardo in faccia nessuno. Ma devono essere spesi bene, se sono interventi a capocchia sono soldi del contribuente buttati via». Giusta riflessione, speriamo che sia condivisa.

 

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