Si preannuncia un’altra fumata nera per la fissazione di un price cap europeo per il gas. Le bacchettate di Draghi nell’ultima riunione non hanno avuto ancora l’effetto sperato, i leader si avviano in ordine sparso alla prossima riunione del 20 -21 ottobre e von der Leyen non riesce a mettere d’accordo gli Stati membri su questo tema fondamentale per i cittadini europei.
Finora l’azione della presidente ha avuto successo solo nel promuovere (e acquistare milioni di dosi) le vaccinazioni Covid a tappeto e per aiutare senza limiti l’Ucraina di Zelensky. Con conseguenze economiche gravi, come ha sottolineato la Corte dei Conti europea. Mentre Putin progetta ampliamenti di forniture attraverso la Turchia.
Tra i leader Ue non ci sarebbe ancora “alcun accordo” sul price cap al gas. Lo riferisce un alto funzionario Ue in vista del vertice europeo del 20 e 21 ottobre a Bruxelles. Il tema, spiega, “deve essere ulteriormente approfondito dai ministri competenti e a diversi livelli” poiché i Paesi membri hanno “punti di vista differenti” e propongono “soluzioni diverse”, che “a seconda dei casi” avrebbero “effetti diversi” in tutta Europa.
“L’idea di un tetto dinamico richiede ulteriori discussioni”, evidenzia la fonte. Il vertice Ue, riferisce ancora, servirà a “sondare il sostegno degli Stati membri” alle diverse opzioni sul tavolo. Ma il tempo stringe e ciascuno Stato sta facendo i suoi passi per difendere i consumatori.
Un’altra prova lampante delle difficoltà della Commissione Ue di contemperare interessi contrapposti dei vari Stati e far prevalere l’interesse comune in momenti di difficoltà. Ma non è una novità: è sempre stato ciosì anche ai tempi di De Gaulle e Adenauer.