10 seggi ancora in bilico, fra Senato e Camera. La Cassazione dovrebbe far chiarezza oggi, 8 ottobre

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A due settimane dal voto c’è ancora incertezza sui parlamentari eletti nella XIX legislatura. Entro oggi, 8 ottobre, l’ufficio nazionale centrale della Cassazione ufficializzerà seggi ed eletti, ma nel frattempo poco più di dieci candidati rimangono in bilico. Il cosiddetto “flipper”, previsto dal Rosatellum, conseguenza delle norme in vigore su resti e quozienti, ha messo in crisi i calcoli prima del Viminale e poi delle Corti d’Appello.

Il meccanismo agisce nella parte proporzionale degli eletti, soprattutto alla Camera, e nella ripartizione circoscrizionale. In ogni circoscrizione, a ciascuna lista viene attribuito un numero di seggi rispettivo ai propri quozienti e resti. Ma contemporaneamente deve essere verificato che nel totale delle circoscrizioni non vi siano liste che hanno ottenuto più o meno seggi rispetto all’iniziale riparto nazionale. Se accade, l’Ufficio centrale nazionale della Cassazione, che raccoglie i dati che arrivano dalle singole Corti d’appello, deve sottrarre i seggi eccedenti alla coalizione o al partito.
Un meccanismo molto complicato che ha portato alla riammissione o all’esclusione di diversi deputati, e alcuni senatori rispetto alle informazioni iniziali del Viminale.

I dati comunicati dal Viminale via via dopo la fine degli scrutini sono quindi solo indicativi, ma fungono da informazione, assenti altre fonti.. D ‘altra parte, se i cittadini dovessero far riferimento ai dati definitivi, ossia quelli proclamati dagli uffici elettorali composti di magistrati, passerebbero giorni in totale incertezza perché gli uffici elettorali non dispongono di diramazioni territoriali come l’Interno e ricevono tardivamente i dati provvisori.
Il ministero dell’Interno si è affidato al sito «Eligendo» per indicare i vincitori e gli sconfitti nei collegi uninominali e gli eletti e plurieletti nei collegi plurinominali. Inoltre ha diffuso i risultati delle elezioni, partendo dai votanti, con l’indicazione di nulle, bianche e contestate, segnalando lista per lista e coalizione per coalizione, così da informare i cittadini. Sono tutti abituati a far riferimento all’Interno per conoscere i dati elettorali, man mano che essi escono dalle urne, essenzialmente attraverso la raccolta dalle prefetture.

I dati definitivi giungono solamente giorni dopo, quando provvedono alla proclamazione degli eletti gli uffici composti di magistrati. Altra però è la prassi, altri gli obblighi di legge. Si comprendono così i ritardi compiuti dallo stesso dicastero nel rendere noti i nomi di coloro che non sono stati direttamente vincitori nei collegi uninominali e subentrati in collegi provinciali senza dover cedere posti. Risultano numeri ballerini, ultimamente dieci tra deputati e senatori ancora da individuare.

Il problema grave è che il 13 ottobre si riuniscono le Camere per eleggere i presidenti dei due rami del Parlamento: le assemblee devono essere al completo e con i nomi giusti, se no rischia di essere non valida l’elezione. Speriamo che la Cassazione riesca a mettere le cose in chiaro, ma è evidente che il Rosatellum approvato a suo tempo ha bisogno di notevoli correzioni.

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