Pensioni all’estero: regime fiscale favorevole vale solo per quelle private. Lo ribadisce Inps

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Nonostante sia stata più volte ribadita l’impossibilità per i pensionati pubblici di fruire delle facilitazioni fiscali concessi da alcuni Paesi stranieri, in particolare il Portogallo, continuano le richieste in proposito di ex dipendenti pubblici italiani, tartassati dall’inflazione e dalle conseguenze della guerra in Ucraina, non limitate dal governo Draghi.

Un pensionato ex INPDAP ha rivolto recentemente la richiesta al sito Pmi.it, particolarmente informato in questo campo, chiedendo: “Se sposto la mia residenza in Portogallo, la mia pensione da ex dipendente pubblico viene comunque tassata secondo la fiscalità italiana oppure riceverei l’assegno di pensione lorda direttamente in Portogallo?”

Inequivoca la risposta dell’esperto: ” La possibilità di farsi tassare la pensione in Portogallo, e non in Italia, è riservata ai dipendenti del privato. Anche se l’INPDAP è stato riassorbito dall’INPS, resta sostanzialmente la gestione previdenziale degli ex dipendenti pubblici, come lei, e quindi applica il divieto di tassazione all’estero della pensione, spostando la residenza fiscale.

Si applica l’articolo 19 dell’accordo sulla doppia imposizione fiscale fra i due paesi, in base al quale le pensioni degli ex dipendenti pubblici (anche di enti locali o di altre suddivisioni amministrative) sono imponibili esclusivamente nello Stato di provenienza (nel suo caso, l’Italia).

L’unico caso in cui è possibile applicare anche alle pensioni dei dipendenti pubblici la tassazione portoghese, molto più favorevole di quella italiana, è quello in cui, oltre a spostare la residenza fiscale, si prenda anche la cittadinanza portoghese.

Ricordiamo più in generale che, per sfruttare la tassazione agevolata della pensione quando ci si trasferisce all’estero, ci vogliono determinati requisiti, senza i quali non è possibile trasferire la residenza. Il più importante dei quali è rappresentato dal fatto che bisogna vivere nel paese estero per almeno la metà dei giorni dell’anno. Possedere una casa in Italia non rappresenta un ostacolo, purché la residenza fiscale sia stabilita nel Paese nel quale si vogliono pagare le tasse, e come detto, questo richiede di viverci per almeno 183 giorni l’anno. Bisogna anche iscriversi all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero).

Infine, è necessario chiedere al proprio istituto di previdenza (ad esempio l’INPS) di trasferire la pensione sulla banca estera che si sceglie. Questa è un’operazione semplice: con l’INPS si può fare la domanda anche online.

Attenzione: il pagamento della pensione su una banca estera non rappresenta da solo requisito sufficiente, fino a quando non si sposta la residenza fiscale, si continuano a pagare le tasse in Italia. Ossia, presentando una semplice domanda di trasferimento della pensione su un conto estero, si continuano a pagare le tasse in Italia e l’istituto previdenziale continuerà a versare la sola pensione netta. Soltanto dopo il trasferimento della residenza fiscale l’INPS pagherà la pensione lorda, mentre la tassazione effettiva sarà applicata in base alle nuove regole del Paese estero

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