Borse mondiali a picco (-4%), a causa della Bce e in attesa della Fed. Spread a 238

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Crollano le Borse, i titoli di Stato e i Bitcoin, in un lunedi’ nero che fa volare il rendimento del Btp oltre il 4%, mai cosi’ alto dal 2013, e lo spread a un soffio da 240. Mentre trapelano indiscrezioni secondo cui la Bce stara’ alla finestra fino al raggiungimento di livelli di guardia.
Con il mondo alle prese con una stagflazione, fra gli investitori crescono i timori che la Fed, per domare l’inflazione alle stelle, sia costretta a portare gli Usa in recessione. Sulle sale operative dei trader e’ cerchiata in rosso la data di mercoledi’, quando la banca centrale statunitense tornera’ a riunirsi dopo lo ‘shock’ arrivato venerdi’ dall’inflazione americana all’8,6%, ai massimi di 40 anni.

Un dato che e’ un allarme economico e politico per l’amministrazione Biden, che fronteggera’ le elezioni di mid-term con l’inflazione usata come arma contundente dai Repubblicani. Ecco perche’ crescono le scommesse per un rialzo dei tassi ‘maxi’ da 75 punti base al meeting di luglio, se non gia’ a quello di questo mercoledi’. Per proseguire, poi, con una nuova stretta a settembre, fino a che il ‘mostro’ inflazione non sara’ messo all’angolo, come s’impegna a fare il presidente della Fed Jay Powell: la Federal Reserve punta all’atterraggio morbido, ma sempre piu’ investitori scommettono che sia pronta a rischiare la recessione pur di raffreddare i prezzi.

Per le Borse mondiali l’onda d’urto parte dall’Asia (perdite intorno al 3%). Poi il lunedi’ nero prende la forma di una nuova caduta degli indici Usa che oggi diventano ufficialmente un ‘bear market’, un mercato ribassista, col Dow Jones, lo S&P 500 e il Nasdaq che cedono rispettivamente il 2,23%, il 2,64% e il 3,73% a meta’ seduta. La fuga dagli asset rischiosi travolge il mondo crypto, con un valore complessivo degli asset crollato sotto i 1.000 miliardi di dollari e il Bitcoin che crolla sotto i 24.000 dollari per la prima volta dal 2020.

In Europa, con un’economia ancora debilitata dalla pandemia, piu’ esposta alla guerra in Ucraina e alle strozzature del commercio globale, il colpo si fa piu’ duro, come testimonia l’euro/dollaro scivolato a un passo da 1,04: guidano le perdite Milano (-2,79%) con le banche appesantite dal riaffiorare dei timori sui Btp che hanno in pancia, poi Parigi (-2,67%), Francoforte (-2,43%) e Londra (-1,53%).
Se la correzione delle Borse e’ fisiologica dopo i record storici di New York, Francoforte, Parigi di appena pochi mesi fa, i bond raccontano meglio cosa sta succedendo e cosa puo’ succedere. Il tasso sul Treasury a 10 anni vola ai massimi dal 2011 (3,29%), ma soprattutto la forma della curva dei rendimenti Usa si appiattisce al punto da invertirsi, col due anni arrivato a pagare piu’ del 10: e’ il segnale che in molti scommettono sull’inevitabilita’ di una recessione.
L’Europa e’ appena un passo indietro, visto che il differenziale di rendimento fra i Bund tedeschi a 30 anni e i quinquennali e’ crollato di 11 punti a 21. Una Fed piu’ aggressiva difficilmente non trascinera’ con se’ la Bce: i falchi (con lo slovacco Peter Kazimir) gia’ tornano alla carica chiedendo un rialzo da mezzo punto a settembre. Per lo spread italiano e’ un bagno di sangue: chiusura a 238, con una velocita’ di rialzo che comincia a far intravedere i livelli di guardia per Francoforte, che qualcuno quantifica a 280/300.

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