In tutto sono stati tre i decreti figli della riforma Madia approvati dal Consiglio dei ministri del 10 agosto: riforma del processo contabile, taglio delle partecipate e carta dei diritti nell’era digitale. Sono rimasti fuori invece pezzi importanti della riforma come il riordino della dirigenza pubblica e quello delle camere di commercio, per i quali resta più di un problema politico da superare.
Ecco i provvedimenti approvati:
– LA CARTA DEI DIRITTI NELL’ERA DIGITALE, PAGAMENTI VIA SMS – Il Governo ha rivisto da cima a fondo l’ormai vecchio Codice, aprendo le porte al domicilio elettronico e ai micropagamenti via sms. Il nuovo Codice dell’amministrazione digitale spiana la strada al Pin unico, il cosiddetto Spid, per accedere ai servizi della P.a. e soprattutto dà il via al domicilio elettronico, «l’indirizzo online» al quale il cittadino potrà essere raggiunto dalle pubbliche amministrazioni, spiega il comunicato di Palazzo Chigi. Rispetto al testo presentato a gennaio, il decreto è cambiato, accogliendo tutte le modifiche chieste dal Parlamento: dall’ufficializzazione del commissario straordinario all’Agenda digitale alla banca dati unica delle performance, dagli incentivi allo smartworking a sanzioni più dure per chi viola i diritti digitali.
– PARTECIPATE, VIA SCATOLE VUOTE E TETTI STIPENDI MANAGER – Primo piano di revisione per eliminare le micro società e i doppioni, e definizione di cinque fasce retributive. Il ventaglio delle novità è quindi ampio. Lo scopo è ridurre le partecipate da 8 mila a mille.
– UN CODICE PER LA GIUSTIZIA CONTABILE. Un testo unico per tutti i processi e i giudizi, compresi quelli pensionistici, che si svolgono davanti alla Corte dei Conti.
Sono invece in attesa testi già pronti, ma sui cui manca ancora un accordo:
NUOVA DIRIGENZA PUBBLICA, PAGELLE E RUOLO UNICO – La durata degli incarichi sarà di due anni, dopo di che bisogna ripassare per una selezione: niente automatismi e conterà la ”pagella”. Non solo, se non si raggiungono i target fissati scatta la revoca o salta la retribuzione di risultato (-80%). Soprattutto se si resta privi di incarico dopo un certo periodo c”è la “decadenza” (fuori da tecnicismi licenziabilità). Prima però bisogna entrare nel ruolo, che diventa unico, e non basta il concorso, per la conferma occorre superare una prova di tre anni, altrimenti c”è il declassamento a funzionari. A vigilare su tutto saranno commissioni ad hoc. Possibile anche una disciplina ”rafforzata” per i posti a rischio corruzione. I dirigenti interessati dalle nuove regole sono oltre 30 mila.
RIORDINO CAMERE DI COMMERCIO – Si tratta di ridurre le camere da 105 a 60, sancire il costo ”zero” per gli incarichi e ridurre le poltrone dei consiglieri. I sindacati temono sforbiciate sul personale e hanno preannunciato una protesta.
Il seguito a uno dei prossimi Consigli dei ministri.