Gas e nucleare fonti green: ma a Bruxelles è battaglia. E l’Italia è bloccata dai grillini

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Gas e nucleare dovrebbero essere le fonti green per l’Unione europea. La Francia di Macron appoggia la linea di Ursula von der Leyen. E l’Italia, con il ministro Roberto Cingolani, potrebbe addirittura tirare la violata. Ma il Bel Paese, sul nucleare, è bloccato dal grillismo: Grillo e M5S non ci stanno sul nucleare e tirano fuori quel referendum che costrinse gli italiani a spendere un sacco di soldi per l’energia, comprandola da chi ha il nucleare e, in caso d’incidentone, rovinerebbe anche noi.

Morale? E’ battaglia a Bruxelles. E neanche l’ultimo Ecofin dell’anno riesce a sciogliere i nodi sulla tassonomia, ovvero sulle regole che l’Ue si appresta a varare per identificare come sostenibili una certa gamma di investimenti. Alla riunione dei ministri dell’Economia sono tornati a farsi sentire i Paesi che, da settimane, chiedono l’inserimento di gas e nucleare nel mix energetico. «La tassonomia le includerà», è stata l’assicurazione di Valdis Dombrovskis. Solo che, nei piani della Commissione, la presenza delle due fonti energetiche dovrebbe essere transitoria. E invece c’è chi, Francia in testa, le vuole strutturali. L’Ecofin si è concluso con un nulla di fatto. E il permanere delle tensioni, anche all’interno della stessa Commissione, fa slittare il varo delle nuove regole. Palazzo Berlaymont, in teoria, avrebbe voluto presentare l’atto delegato al collegio dei Commissari della prossima settimana, l’ultimo prima delle feste di Natale. M, a questo punto è plausibile che Ursula von der Leyen attenda prima il summit dei leader Ue del 16 dicembre, che ha in agenda proprio il tema energia.

Tanto che lo stesso Dombrovskis, in conferenza stampa, non ha indicato alcuna data limitandosi a parlare di tassonomia verde nel prossimo futuro. Trovare un’intesa non sarà facile. Mentre qualche giorno fa Emmanuel Macron parlava del nucleare come una delle soluzione per decarbonizzare l’economia ci sono Paesi come Austria e Estonia che continuano a storcere il naso di fronte all’inserimento di gas e nucleare anche solo per un periodo transitorio. L’Italia, sul gas, ha sempre perorato la causa. E Cingolani, come detto, apre al confronto sulla possibilità di classificare come energia verde del nucleare di ultima generazione. Mai dire no a priori, ha ribadito alle commissioni Ambiente di Camera e Senato. Ma, a parte l’ostacolo referendum, Cingolani dovrebbe comunque vedersela con la trincea del M5S e di Beppe Grillo. Sul suo blog il fondatore del Movimento è stato tranchant: «La fusione nucleare è una favola e non sarà in grado di dare un contributo significativo al mix energetico di questo secolo».

Un passo avanti l’Ecofin l’ha fatto sull’Iva, dando via libera alla proposta della Commissione di permettere una riduzione dell’aliquota anche sotto il 5% per alcuni settori di beni e servizi collegati alla salute pubblica, alla tutela dell’ambiente e al digitale. E, tra questi, figurano le mascherine protettive e gli assorbenti, oggetto già di un taglio dell’Iva al 10% in manovra. Tra gli altri prodotti inclusi ci sono le biciclette (elettriche e non), le ristrutturazioni di abitazioni private ma anche i servizi di accesso a internet. La direttiva, entro marzo 2022, dovrà ricevere parere positivo dall’Europarlamento, poi potrà entrare in vigore. E’ quasi impossibile che la revisione possa essere completata prima del 2023, quando decadrà la clausola di salvaguardia che sospende le regole.

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Ma, proprio per questo, si fa largo l’ipotesi di un’intesa transitoria, con l’obiettivo di evitare un drammatico ritorno allo status quo. Intesa che andrebbe a cadere nella presidenza di turno della Francia, ferrea sostenitrice dell’addio all’austerity. Anche perché, sui Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza, molti Stati Ue sono indietro. La Spagna è l’unica ad avere ottenuto la prima tranche di fondi, nei prossimi giorni dovrebbero arrivare le richieste di due-tre Paesi tra i quali difficilmente rientrerà l’Italia.

Sandro Bennucci

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