Variante Delta avanza al galoppo: si teme la creazione di zone rosse limitate sul territorio nazionale

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La diffusione incontrollabile, almeno finora, della variante Delta anche in Italia sembra aver tolto le certezze propalate da Draghi, Speranza e loro esperti e dal Generale Figliuolo, che predicavano ottimismo per il successo e l’estensione della campagna di vaccinazione. Che a questo punto sembra quasi inutile, visto che la nuova variante buca i vaccini e che presto si prevede di dover tornare a zone rosse, anche se circoscritte. In barba agli entusiasmi creati troppo presto.

La variante Delta avanza in Italia e nell’arco di un mese i casi sono quadruplicati, passando dal 4.2% del totale delle infezioni in maggio al 16,8% in giugno: sono numeri ancora bassi, quelli preliminari forniti dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in attesa dei risultati completi dell’indagine lampo, così come sono bassi i numeri dell’epidemia di Covid-19 nel nostro Paese. Tuttavia il ritmo al quale sta aumentando la circolazione di questa variante è un campanello d’allarme, tanto che “serve continuare con determinazione la campagna vaccinale, continuare e aumentare i tamponi, aumentare il sequenziamento, ha detto il premier Mario Draghi.

Una sola dose di vaccino non copre adeguatamente dalla variante Delta, ha detto Locatelli ribadendo la necessità di completare il ciclo vaccinale. La variante, ha aggiunto, solleva preoccupazione perché è più contagiosa e può provocare patologie significative nei soggetti non vaccinati o in chi ha una sola dose di vaccino. Per questo è importante progredire con la campagna vaccinale.

A un passo da quella che sembrava la fine dell’incubo, con la grande adesione alla campagna di vaccinazione, torna dunque la possibilità della zona rossa per molti territori in Italia. La variante Delta continua a diffondersi velocemente, con focolai scoppiati in molte città del Belpaese, e potrebbe essere necessario ricorrere alle chiusure per fermarne l’avanzata. Nel report dell’Istituto Superiore di Sanità di maggio si leggeva che il ceppo rappresentava l’1% dei contagi. In quello di questo mese la stima è salita al 16%. Entro l’autunno, e forse già da settembre, potrebbe essere dominante, andando a sostituire la già temuta variante Alfa, ormai endemica.

Il Comitato Tecnico Scientifico, riporta Il Messaggero, sarebbe già corso ai ripari, mettendo sul tavolo una nuova strategia che prevede, insieme alle aperture delle zone bianche, anche la reintrouzione delle zone rosse localizzate, con le conseguenti limitazioni, per spegnere sul nascere ogni nuovo focolaio.

Il piano sarebbe quello di effettuare un tempestivo tracciamento dei contatti e procedere al sequenziamento davanti ai cluster sospetti. Identificando la variante Delta si procederebbe poi a circoscriverne la diffusione con l’isolamento domiciliare. Ma qualora le infezioni dovessero superare i confini dei nuclei familiari o dei gruppi di colleghi o studenti, si farebbe subito ricorso alla zona rossa.

Al momento è impossibile dire quali regioni o province finiranno in zona rossa. In Campania  il governatore Vincenzo De Luca ha firmato una nuova ordinanza, in polemica con le disposizioni governative. Il documento pone una stretta sulla movida, con il divieto di consumare alcol in pubblico dalle 22 alle 6, e l’obbligo di usare la mascherina all’aperto in alcune zone delle città. Solo a Torre del Greco, in poche ore, sono stati contati 45 casi di variante Delta, che si aggiungono, come riporta Il Messaggero, ad altrettanti rilevati sul tutto il territorio regionale, come a Torre Annunziata, Portici, Scafati e Caserta. Si tratta di un numero di contagi che potrebbe bastare a fare entrare alcuni comuni in zona rossa.

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