Transizione ecologica e Agenda 2030, la collaborazione tra imprese può dare accelerata

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(AGIPRESS) – Cambiare i modelli di produzione e consumo, così come gli stili di vita, per far fronte alle sfide del cambiamento climatico. È con questi obiettivi che grandi corporate, insieme a startup, Centri di ricerca e Università, si stanno muovendo a ritmo sempre più veloce con programmi di sviluppo in cui collaborazione e innovazione aperta permetteranno di raggiungere gli obiettivi fissati nell’Agenda 2030. Una sfida unica per il Paese e per le stesse imprese, molte delle quali hanno pubblicamente dichiarato la loro intenzione di diventare carbon neutral entro il 2050. Ma quali sono gli impatti materiali che queste dovranno affrontare per favorire la transizione energetica e le sfide finanziarie e sociali che permetteranno di ottenere obiettivi significativi nell’immediato futuro?

“Con Smau abbiamo la fortuna di avere un osservatorio privilegiato sulle dinamiche che riguardano l’innovazione all’interno delle imprese e uno dei fenomeni che osserviamo di più oggi è quello della co-innovazione, un modello che vede le grandi aziende avviare progettualità non solo in collaborazione con startup e centri di ricerca, ma che prevedono anche iniziative congiunte tra realtà di settori differenti” – spiega in una nota Valentina Sorgato, Amministratore Delegato di Smau. “Questa collaborazione diventa ancora più significativa quando riguarda il tema della transizione energetica, sulla quale sono uniformemente impegnate in prima linea aziende di settori molto diversi tra loro, dall’energy al manifatturiero, dell’agroalimentare alle multiutility, ed è per questo che Smau facilita la collaborazione tra gli innovation manager delle principali società chiamate a svolgere un ruolo chiave nell’ambito della sostenibilità” ha aggiunto.

Nell’ultimo rapporto di Deloitte, presentato nell’ambito di un recente tavolo di lavoro organizzato da Smau, è emerso come l’idrogeno rappresenti una scelta strategica per la decarbonizzazione di tutta la filiera energetica, dalla produzione all’utilizzo di energia: all’interno dell’Unione Europea quasi tutto l’idrogeno (94%) è prodotto da idrocarburi, e quindi una forte fonte di emissioni di gas a effetto serra. L’aggiunta della cattura della CO2 ai processi convenzionali porterà una riduzione delle emissioni fino al 90% (idrogeno “blu”) e sosterrà la transizione verso la produzione a basse emissioni di carbonio. Si stima che gli investimenti dell’Unione Europea a sostegno dell’adeguamento degli impianti esistenti possano raggiungere gli oltre 11 miliardi di euro, ma questo percorso è essenzialmente non rinnovabile, quindi non è una soluzione praticabile a lungo termine. Ecco perché, per un futuro più green, le imprese sono chiamate a collaborare per dare origine a nuovi modelli sostenibili sul lungo periodo, con interventi di grandi dimensioni, in termini di sostenibilità e conservazione delle risorse ambientali, possibili solo se fatti a più voci.

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