Altro smacco per il Csm da tempo sotto la bufera. Smantellato dal Consiglio di Stato il sistema di nomine, almeno nel caso della Procura di Roma. Il Consiglio di Stato ritiene la delibera del Csm sulla nomina di Michele Prestipino a procuratore di Roma illegittima per due motivi. Anzitutto, perché – spiega una nota del Consiglio di Stato – si basa su una proposta della Quinta Commissione che ritornando sulle proprie precedenti determinazioni, immotivatamente aveva escluso il pg di Firenze, Marcello Viola, dai candidati da proporre al Plenum per la decisione. Inoltre, perché il Csm ha valutato e comparato in modo illegittimo le rispettive attitudini direttive di Prestipino Giarritta, all’epoca Procuratore aggiunto di Roma, e di Viola.
Legali Viola: Accertata la fondatezza del ricorso – Siamo estremamente soddisfatti della pronuncia del Consiglio di Stato che conferma la sentenza del Tar del Lazio e accerta la fondatezza del ricorso presentato da Marcello Viola”. Così gli avvocati Giuseppe Impiduglia e Girolamo Rubino che hanno seguito il ricorso presentato da Viola contro la decisione del Csm, assunta il 4 marzo dell’anno scorso. Una sentenza che sottolinea l’erroneità del giudizio del Csm dove ha ritenuto equiparabili le funzioni semi-direttive e direttive e che non aveva adeguatamente valorizzato le esperienze di Viola – sottolineano i due avvocati – alla procura di generale di Firenze e alla procura di Trapani. Importante è anche il passaggio nel quale si rileva che il radicamento territoriale non può rappresentare un elemento di prevalenza nella scelta di un candidato su un altro. Ora la Quinta commissione del Csm – spiegano – dovrà rivalutare i candidati e formulare una nuova proposta al plenum tenendo conto dei paletti e dei principi affermati dal Consiglio di Stato.