Si terra’ l’8 giugno davanti alle Sezioni Unite Civili della Cassazione l’udienza per discutere il ricorso presentato dall’ex presidente dell’Anm e ex consigliere del Csm Luca Palamara contro la sua rimozione dalla magistratura, decisa dalla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura lo scorso 9 ottobre.
Otto i motivi di ricorso sviluppati dalla difesa di Palamara, con gli avvocati Mariano e Benedetto Buratti e Roberto Rampioni, in circa 90 pagine. Tra le principali censure l’assimilazione dell’illecito disciplinare commesso da un magistrato a quello di un tassista che nell’esercizio delle sue funzioni commette un incidente stradale, assimilazione definita dalla difesa improbabile e contraria ai più elementare principi di logica giuridica.
La difesa di Palamara contesta anche la mancata ricusazione di Davigo e la violazione della normativa della corte europea dei diritti dell’uomo sul giusto processo per la mancata ammissione dei testimoni richiesti. La parola passa ora alla Suprema Corte chiamata a esprimersi sul ricorso depositato lo febbraio scorso.