Covid: da lunedì scuole chiuse in 40 comuni della Toscana

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Da lunedì 8 marzo e per tutta la prossima settimana, le scuole di 40 dei 273 comuni della Toscana rimarranno chiuse. E’ quanto disciplinato con
ordinanze dal presidente Eugenio Giani, a seguito della sessione di lavoro con il il comitato toscano per l’emergenza e la prevenzione scolastica
(Ceps), conclusa in nottata con i sindaci dei territori interessati. Oltre ai 20 comuni della provincia di Pistoia, dunque, con Cecina (Li) e Castellina Marittima (Pi), le ordinanze regionali disciplinano la chiusura delle scuole in ulterori 15 comuni. Sono questi: Anghiari, Castelfranco Piandiscò, Lucignano, Marciano della Chiana, Monterchi, Sansepolcro per la provincia di Arezzo.

Per la Provincia di Siena Castelnuovo Berardenga, Asciano, Chiusdino, Monteroni d’Arbia, Monticiano, San Gimignano. Certaldo (Firenze), Civitella Paganico (Grosseto), Bientina (Pisa). E’ prevista la sospensione delle attività dei servizi educativi dell’infanzia, mentre le attività scolastiche e didattiche delle scuole di
ogni ordine e grado si svolgeranno esclusivamente con modalità a distanza.

Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha spiegato che nella zona rossa, come nel caso dei 20 comuni della provincia di Pistoia, la chiusura è un fatto automatico secondo l’ultimo Dpcm; a questi si sono aggiunti i comuni di Cecina e Castellina Marittima, appartenenti a province diverse e territorialmente contigui. Il presidente preannuncia una sola deroga per le Terme di Montecatini: «Rimarranno aperte, perché in questo caso c’è un aspetto di prevenzione sanitaria».

Nella Toscana arancione, dunque, ai 22 comuni rossi se ne aggiungono ora altri 18: in 15 la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado è interamente disciplinata da ordinanza regionale; in altri 3 – Siena, Arezzo e Follonica – la disposizione sarà presa dai sindaci ma in condivisione con Giani, con specifico richiamo nell’ordinanza regionale: «Essendo comuni più grandi occorreva un’ordinanza più calibrata sulla specificità locale. Con ciascuno dei comuni c’è stata un’analisi approfondita sulla presenza di focolai nelle scuole. Laddove il numero alto di contagi, secondo l’opinione del sindaco, non originava dalle scuole non si è disposto alcun intervento di chiusura; in altri casi, quando lo stesso primo cittadino ha fatto presente che poteva esserci una pericolosità di contagio, allora si è proceduto.

Sandro Bennucci

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