Giustizia e Bonafede, pericolosa mina per il governo Conte che potrebbe cadere al Senato

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La fiducia raggranellata dal governo al Senato rischia di dissolversi la prossima settimana, quando sara’ votata la relazione annuale del Guardasigilli, Alfonso Bonafede, sullo stato della giustizia. In mancanza di novita’ concrete sulla costituzione della quarta gamba (quella dei cd costruttori) che sostituisca il gruppo di Iv ,intenzionato a votare contro, la maggioranza potrebbe andare sotto, aprendo così la vera e propria crisi di governo, solo rimandata. L’appuntamento potrebbe slittare a giovedi’, secondo fonti della maggioranza, ma si attende la capigruppo di martedi’ per la conferma del timing. Per impegni istituzionali del ministro, infatti, la relazione potrebbe essere svolta mercoledi’ alle 16 alla Camera e al Senato il giorno dopo. Ma a distanza di pochi giorni nessuna prospettiva e’ data per scontata: ne’ che la maggioranza riesca ad arruolare una pattuglia di senatori per rinforzare anche le commissioni, ne’ che i renziani tornino in pista al fianco di M5s, Pd e Leu.

Matteo Renzi ha gia’ schierato i suoi contro Bonafede(salvo sorprese), prospettando un fronte unico con il centrodestra. Anche a costo di compromettere il Recovery plan, visto che la relazione illustrera’ non solo le riforme del 2020,ma anche le linee guida per il 2021, con circa 3 miliardi dei fondi europei da destinare al comparto giustizia (assunzione di magistrati, cancellieri, personale tecnico) per snellire i processi. Un punto cruciale, questo, direttamente collegato alle riforme del processo civile e penale, da tempo sollecitate dall’Ue e diventate ineludibili per ottenere i fondi del Recovery fund. E’ qui, al di la’ dei numeri in Aula, che si annidano ulteriori insidie per il governo.

Le riforme in questione, infatti, ostacolate da Iv insieme con la riforma del Csm, sono ferme nelle commissioni Giustizia, dove M5s,Pd e Leu non hanno piu’ la maggioranza: alla Camera i rapporti di forza sono di 23 a 23 (e il Regolamento prevede che in caso di parita’ il risultato sia la bocciatura); al Senato il pallottoliere segna 13 a 12 per l’opposizione. Ecco perche’, in assenza di un consolidamento strutturale della maggioranza, i rischi per il governo potrebbero protrarsi oltre le votazioni della prossima settimana. Da sottolineare, inoltre, che la riforma del processo penale contiene la norma sulla prescrizione, pomo della discordia che fece traballare l’esecutivo un anno fa sotto le minacce dei renziani. Il testo si trova in commissione Giustizia della Camera da agosto scorso e, dopo l’ultimo rinvio per la presentazione degli emendamenti chiesto da Iv a dicembre, la scadenza e’ stata fissata per il primo febbraio.

L’x ministra Bellanova ci va giù pesante: «Ascolteremo il contenuto della relazione e valuteremo il voto. Se le idee pero’ sono quelle di questi anni, e’ difficile che Italia Viva le sostenga. Il ministro Bonafede non puo’ metterla sul piano del confronto personale. Luisa che per noi una giustizia giusta non significa mai diventare manettari e giustizialisti». ER sulla situazione politica ha ribadito, attaccando direttamente Conte: «Ora e’ il momento di mettere il silenziatore a chi pensa ad azioni da bullo o a concentrarsi su divisioni. Il paese e’ bloccato, va ripreso per mano e va messo nelle condizioni giuste per ripartire».

E anche Casini e Nencini, due senatori che hanno votato la fiducia a Conte annunciano il voto contrario a Bonafede. Casini: «Lo ascoltero’ con attenzione, ma escludo di poter votare a favore». E Nencini: «A maggio votai contro la fiducia a Bonafede ed e’ difficile che passi a un voto esattamente opposto.»

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