Per salvare commercio, turismo e città, proposte concrete e tavolo di crisi

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(AGIPRESS) – FIRENZE – Confesercenti Toscana manifesta in Piazza della Repubblica a Firenze contro l’ultimo DPCM del Governo, considerato un attacco mortale alle imprese di somministrazione. “Con la chiusura di bar e ristoranti alle 18 avremo di fatto un lockdown mascherato, un coprifuoco indotto, che certo avrà pesanti conseguenze anche sulla restante rete del commercio, e, più generale, sulla vivibilità delle nostre città”- si legge in una nota dell’associazione di categoria che aggiunge: “Ecco perché l’ultimo decreto Conte non colpisce solo (fatto gravissimo) centinaia di miglia di imprese della ristorazione, ma anche il nostro il ‘nostro’ modello di rete urbana, che si compone di lavoro, commercio (a posto fisso e su area pubblica), di professioni turistiche, di servizi, di piccola impresa diffusa, di attività ed imprese del mondo della cultura. Basta con la logica dei divieti e la lenta ma purtroppo inarrestabile stretta sulle attività economiche, secondo una logica che purtroppo abbiamo già visto ad inizio anno e che poi ci ha condotto al lockdown”. Da qui Confesercenti Toscana lancia 6 proposte concrete:

NO DIVIETI PER CHI RESPETTA LE REGOLE – 1) Le attività che seguono e rispettano i protocolli di sicurezza, concordati a suo tempo con governo e CTS non possono essere oggetto di restrizioni; non solo perché economicamente insostenibili, ma soprattutto perché, laddove si rispettano “le regole del gioco” non ci possono essere rischi di contagio. Alla luce di tale considerazione, chiediamo alla Regione Toscana di attivarsi in questo senso, chiedendo al Governo Conte sostanziali modifiche rispetto alle disposizioni dell’ultimo DPCM.

RAFFORZARE LA SANITA’ DEL TERRITORIO – 2) Potenziare, con grandi investimenti, gli strumenti di prevenzione e di presidio sanitario sul territorio, anche ricorrendo al MES, superando logiche ideologiche e di contrapposizione politica che, data l’emergenza nazionale, devono essere necessariamente accantonate.

RIVOLUZIONARE ACCESSO ALLE CITTA’ – 3) Rivoluzionare i tempi di accesso alla città, anche prevedendo soluzioni innovative sul fronte trasporto pubblico (magari in sinergia con i privati) e stabilendo nuove “turnazioni” tra mondo della scuola e quello del lavoro (se non ora quando?)

UNA VERA FORMA DI RISTORO – 4) Stabilire una vera forma di ristoro per le attività più penalizzate dai divieti, e, più generale, dal virus, superando totalmente la logica degli aiuti a pioggia e del bonus contingente. Occorrono risorse certe, tempestive, mirate su base territoriale e tipologia d’impresa che dovranno riguardare le attività che hanno, e stanno subendo, danni gravissimi: tutto il comparto del turismo – fermo da inizio anno e con prospettive di recupero fra la seconda parte del 2021 e il 2022, fatto dalle diverse tipologie dell’ospitalità e delle professioni turistiche, dei pubblici esercizi – ma anche dall’intero commercio di vicinato, sia a posto fisso che su area pubblica.

BASTA RENDITA. INTERVENIRE SUGLI AFFITTI – 5) Siamo d’accordo con l’appello che ha lanciato il Presidente Mattarella sulle conseguenze nefaste del virus in tema crescita delle diseguaglianze. Ecco perché non possiamo più indugiare sul tema caro affitti e lotta alla rendita: occorre pensare a misure anche di natura emergenziale come il blocco temporaneo dei pagamenti, o, in alternativa, provvedimenti di incentivo alla riduzione sostanziale degli importi.

CITTA’ E CULTURA – 6) Salvare il Commercio e il Turismo significa salvare le città, i centri urbani, i centri storici, ovvero quel ruolo economico e sociale fondamentale per la vita delle persone e la permanenza di valori positivi, espressi pienamente con le moltissime esperienze dei Centri Commerciali Naturali. Per gli stessi motivi anche la crisi del mondo della Cultura va affrontata prontamente, e il grido di dolore va ascoltato: occorrono rapidamente i provvedimenti richiesti dal settore, per non vedere oltre la decadenza economica e sociale, quella culturale, una delle basi della nostra convivenza.

E in più richiede l’istituzione del tavolo di crisi che affronti una serie di nodi cruciali:

  1. Erogazione a fondo perduto in relazione alla perdita di fatturato dell’azienda
  2. Erogazione veloce a tutte le imprese già beneficiarie del finanziamento dei 25.000 euro di una ulteriore somma minima di 50.000 euro. Operazione da effettuarsi senza istruttoria bancaria (già fatta per la prima richiesta). Garanzia statale al 100%. Restituzione in 15 anni con preammortamento di 2 anni.
  3. Decontribuzione per tutti i dipendenti in forza all’azienda, qualunque sia la data di assunzione e l’inquadramento.
  4. Cassa in deroga per tutti i dipendenti in forza all’azienda, indipendentemente dalla data di assunzione.
  5. Credito d’imposta per gli affitti e stop agli sfratti per tutto il 2021.
  6. Moratoria per il 2021 per mutui e finanziamenti imprese e persone fisiche.
  7. Utilizzo dei fondi europei per favorire la riconversione delle aziende del commercio con meccanismo analogo a quello utilizzato dall’industria.
  8. COSAP (canone occupazione suolo pubblico comunale). Esenzione totale per tutte le occupazioni commerciali per tutto il 2021.
  9. TARI (Tassa rifiuti locale). Esenzione totale per tutto il 2021. Esenzione a consuntivo per i giorni di chiusura del 2020. Gli eventuali acconti pagati nel 2020 saranno validi per il pagamento del tributo del 2022.
  10. Dehors. Per tutto l’anno 2021 occupazione straordinaria senza canone di occupazione nè TARI. Possibilità di riscaldare e contenere il più possibile il freddo con paratie per utilizzabili anche nei mesi invernali.
  11. Esenzione IRAP per l’anno 2021.
    AGIPPRESS

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