Una grande quantità di dati sono stati resi pubblici dall’INPS sulla sostenibilità del sistema previdenziale ma anche su i primi effetti del Jobs act sui livelli di occupazione. Ma andiamo con ordine: 4 pensionati su 10 percepiscono meno di 1000 euro al mese (Tredicesima mensilità compresa). Questo dato impone – ha detto il presidente Boeri – una riflessione circa la necessità di un intervento organico sulle pensioni medio-basse e sulle ipotesi di revisione della Fornero favorendo una maggiore flessibilità in uscita.
Dal bilancio emerge infatti che bel 14 miliardi sono stati spesi per salvaguardare gli “esodati” rimasti in questo periodo senza lavoro ne pensione. Anche partendo da questi numeri il presidente dell’INPS considera inefficaci le ipotesi allo studio sulla flessibilità in uscita e rischia di essere marginale anche l’intervento sul part-time per i lavoratori vicinissimi alla pensione. Il Ministro del Lavoro Poletti commentando questi dati ha detto: “ Useremo, nel confronti con le parti sociali, le risorse che possiamo mettere in campo per le persone che sono più in difficoltà. Chi è disoccupato non può scegliere. Se c’è un euro disponibile dovrà andare a lui”.
Giudizio positivo da parte del presidente INPS sul Jobs act: “Il superamento della reintegra per licenziamenti senza giusta causa non ha prodotto un aumento dei licenziamenti come si temeva da più parti. Anzi l’incidenza dei licenziamenti nel 2015 è diminuita del 12% e le misure che hanno incentivato le tutele crescenti a tempo indeterminato hanno favorito assunzioni nelle imprese tra 15 e 20 dipendenti. Nel 2015, infine, i contratti a tempo indeterminato sono cresciuti di mezzo milione di unità”.